Poesie

Beato Giovanni da Fiesole (Beato Angelico)

– Vicchio di Mugello (Fi) 1387 + Roma 18 febbraio 1455

Il Beato Angelico aveva come proprio motto: “Chi fa le cose di Cristo, con Cristo deve stare sempre”. Si direbbe davanti ai suoi quadri, che egli dipinge contemplando e contempla dipingendo. Giovanni Paolo II, dichiarandolo Beato, lo definisce “peritissimo nell’arte del dipingere”.
Pio XII afferma: “La sua sfera diventa un messaggio perenne di cristianesimo vivo e altresì
un messaggio altamente umano, fondato sul principio del potere transumanante della religione … e quindi un tipo di uomo modello, non dissimile dagli angeli”. La sua arte è
stata detta anche: “Beata visione della pace”. Fra Domenico da Corella, domenicano anche lui, conoscendo la vita virtuosa di Giovanni, lo definisce per primo “Pittore Angelico”, titolo che diventerà popolare nella versione di “Beato Angelico”.
L’arte del Beato Angelico è sublime nelle sue Annunciazioni, Crocifissioni e Incoronazioni, dove fonde la grazia dell’arte con la sublimità del dogma.
La Madonna è il suo tema preferito. Lì bellezza, grazia, santità e gloria si fondono in incanto e contemplazione.
Degno di memoria il giudizio dato da Michelangelo, che, ammirando l’Annunciazione e l’Incoronazione dipinte dal Beato in San Domenico a Fiesole, disse: “Io credo che questo frate vada in cielo a considerare quei volti beati e poi li venga a dipingere qua in terra”.

Lo dice Michelangelo,
tu sei salito in Cielo
e lì hai contemplato,
sei sceso ed hai dipinto.

Tu la beltĂ  dipingi
di tutto il Paradiso,
perché bellezza vera
è sol perfetto amore.

Nell’anima hai candore,
nel cuore hai l’amore.
Il tuo vestito è bianco,
il tuo costume è puro.

Affiora nostalgia
di ciò che hai goduto,
e profezia vivente
di quello che godrai.

Tu stesso ci dicesti
che il Padre San Domenico
– O sta a parlar con Dio
o sta a parlar di Dio -.

Diremo noi di te:
hai la corona in mano
oppure il pennello:
col Cielo stai parlando.

Dice Giovanni Paolo:
“Nell’arte peritissimo”,
di sovrumana grazia
poeta e pittore.

Bellezza contemplata
dipingi col pennello,
e la bellezza umana
sai rivestir di cielo.

Per questo il confratello
Domenico Corella,
stupito ed ammirato,
ti definì “l’Angelico”.

La tua pittura è scala
che fa salir dall’arte
a contemplar vicina
“beata” perfezione.

Se celebri l’Annunzio
diventa ciel Maria.
Se celebri la croce
il duol diventa amore.

Se l’Incoronazione
dipingi della Madre,
ugual regalitĂ 
rapisce il nostro cuore.

P. G. Alimonti OFM cap, Vento Impetuoso, Vol. VI, pp 47-48-49