Preghiera in canto

Il 20 Settembre

L’estate ha infuocato il Tavoliere ed il Gargano, solo il mio cuore resta gelido nonostante la “ferita” dell’amore. Tu fanne un vulcano che riversi fuoco su tutto il mondo. A me, peccatore, si deve la croce. In alto, il volto del Padre celeste sorride e dĂ  l’assenso a questa preghiera. Così ora crocifisso con GesĂą c’è anche Padre Pio.

 

 

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L’estate volge al termine, Signore.

Su questa terra il sole ha riversato

copiosamente il grande suo calore.

Il Tavoliere geme per l’arsura

ed il Gargano stesso sa di fuoco.

Il gelo è solo dentro questo cuore.

Fu trapassato giĂ  col sacro dardo,

ma non morì d’amore nell’incendio;

rimase ancora chiuso nel mio petto

e invano va gridando: dammi fuoco!

 

Rit. Che strazio, mio GesĂą!!

Sei crocifisso.

Respiri con affanno:

E’ l’agonia

Perdona loro…

Tutto per amore!

O mio GesĂą, ti prego, a me la morte!

A me che sono  il grande peccatore

 

Se fuoco Tu gli dai, Signore mio,

ribolle come fondo di vulcano,

si lancia al cielo e lungo le pendici

per riscaldare il mondo congelato,

per dissetare i cuori con l’amore.

Nel rutilante cielo un volto appare

e compiaciuto al Figlio accenna il “si”.

Le mani, i piedi e il petto dell’orante

son messi a ferro e fuoco sulla croce.

Or crocifissi e vivi sono in due.