Messa quotidiana

Omelia 20-1-15

Signore Gesù riempici il cuore del tuo amore

SAN SEBASTIANO MARTIRE

I dati ufficiali sono scarsi su di lui, ma questo non ci impedisce di avere su di lui tante informazioni che provengono dalla felice e inscindibile combinazione tra la storia e la pietà popolare, e che così ci permette di ritrattare anche se non esatamente la realtà, almeno (e questo è il più importante) lo spirito della realtà con cui un militare cristiano, prestando il servizio militare a uno dei più sanguinosi imperatori romani, ha aiutato tantissime anime a non perdere la forza davanti alla fede, consolandole e permettendole di camminare a testa alta verso il Paradiso; inoltre, proprio lui non ha lasciato, al momento opportuno, di dichiararsi cristiano, offrendo la sua testimonianza e servendo come esempio a tanti altri seguaci di Gesù, che hanno affrontato le persecuzioni all´Era dei Martiri, come fu chiamato il periodo di persecuzione e morte dei fedeli, che veniva ordinato dal sanguinario imperatore Diocleziano.
Già prima della nascita di Nostro Signore Gesù Cristo, i romani chiamavano Mare Nostrum (nostro mare) al Mediterraneo, dato che tutti le terre bagnate da questo mare appartenevano allo stesso impero. Ed è stato proprio in una regione costiera, nella provincia di Gallia, che oggi corresponde all´attuale Narbonne (Francia), che Sebastiano è venuto al mondo. Sua famiglia era di Milano (attuale Italia), e non era incline alla carriera militare, l´avendo seguita lui soltanto perché voleva servire ai fratelli nella fede, che soffrivano persecuzioni.
Sebastiano ha eseguito correttamente i suoi doveri di soldato, ma sotto l´uniforme militare c´era una vero cristiano e dentro il suo corpo c´era un cuore che pulsava ardente dal desiderio di sostenere i perseguitati e di aiutargli a seguire il Divino Maestro, non solo durante la vita, ma anche quando era prossimo il loro momento di morire. Manteneva segreta la sua fede, come era comune tra i cristiani in quei periodi di persecuzioni, perché solo così potevano aiutare quei che ne avevano bisogno, però lui non temeva perdere i suoi beni o addirittura la propria vita.
Una delle sue azioni apostoliche si riferisce ai fratelli gemelli Marco e Marcelliano, che erano stati imprigionati a Roma, e che erano visitati ogni giorno da Sebastiano. Sottomessi a frustate, anche se erano membri di una famiglia di senatori, sono stati condannati alla decapitazione, avendo i suoi famigliari ottenuto dall´amministratore romano chiamato Cromazio un termine perché si cercasse di cambiare la loro opinione.
Tenuti incatenati nella casa dello scriba della prefettura, Nicostrato, i fratelli sono stati sottoposti a tentativi di persuasione da parte dai loro genitori, dalle loro spose e figli ancora piccoli, oltre che da amici, ma quando erano in rischio di esitare dalla loro fede, sono state le parole di San Sebastiano che gli hanno rinnovato lo spirito e che hanno colpito a tutti quei che le sentirono.
Zoe, la sposa di Nicostrato, riconoscendo in Sebastiano un uomo di Dio, si è buttata ai suoi piedi e attraverso i gesti gli ha indicato la malattia di cui soffriva: una malattia che l´ha fatta perdere la capacità di parlare. Sebastiano ha fatto il segno della croce sulla bocca di Zoe ed ha chiesto ad alta voce a Nostro Signore Gesù che la guarisse. Così, subito dopo lei ha ripreso la dizione e ha cominciato a lodare quell´uomo, aggiungendo che credeva in tutto quello che lui aveva appena detto. Davanti alla guarigione della moglie, il proprio Nicostrato si è buttato ai piedi di Sebastiano e gli ha chiesto perdono per aver mantenuto quei due cristiani imprigionati, liberandogli di seguito e dichiarando che si sentirebbe felice se fosse imprigionato e morto al posto di quei due innocenti. I due fratelli già liberi si sono rifiutati ad abbandonare la lotta e ad esporre un´altra persona al loro posto, rafforzando ancora di più la loro fede quando hanno visto l´azione di Dio, che aveva annullato tutti gli sforzi degli altri perché abbandonassero la Chiesa e inoltre ha diventato cristiani i padroni della casa dove erano da poco imprigionati.
Nelle ore che si sono seguite, altre persone hanno anche abbracciato la fede cristiana, arrivando a 68 il numero di persone convertite e battezzate da San Policarpo, lì chiamato da Sebastiano. Nicostrato, sua moglie Zoe, sua famiglia, suo fratello Castore, il carceriere Claudio, i suoi due figli e la sposa Sinforosa, il padre dei gemelli Tranquillino, con sua sposa Marzia e sei amici, le espose dei gemelli e sedici altri prigionieri.
Senza conoscere i dettagli – perché era stato ingannato – il prefetto di Roma, Cromazio, che aveva concesso ai gemelli il periodo di attesa perché rinunciassero alla loro fede, ha chiamato il padre di entrambi, Tranquillino, con la determinazione che loro dovevano offrire incensi ai dei; Tranquillino ha dichiarato di essere cristiano, aggiungendo che così era stato guarito da una malattia san_sebastiano_2.jpgdalla quale pure il prefetto ne soffriva. Cromazio ha offerto soldi per avere la guarigione della malattia, tirando il riso di Tranquillino, il cui aveva spiegato che per avere la guarigione era sufficiente ricorrere a Cristo.
Dopo di un istruttivo catecuminato, nel quale è stata spiegata la superiorità della fede sopra la semplice guarigione di una malattia, Cromazio e suo figlio si sono diventati anche cristiani, permettendo che fossero rotte più di duecento statue di idoli che erano da loro adorati, così come sono stati distrutti gli istrumenti che erano utilizzati per l´astrologia e altre pratiche divinatorie. Però, non solo quel padre e suo figlio si sono diventati cristiani a casa loro, ma sì un totale di 1.400 persone, compresi gli schiavi a chi Cromazio ha concesso la libertà dicendo che era stata data perché loro hanno accettato Dio come padre e non potevano più essere schiavi degli uomini.
Diocleziano, dopo aver assunto l´impero romano, ha mantenuto Sebastiano allo stesso posto, offrendogli però l´incarico di capitano della prima compagnia della Guardia Pretoriana a Roma, avendo molta fiducia su di lui.
È arrivato però il momento in cui Sebastiano doveva assumere il suo ruolo come cristiano, dopo aver fatto che tanti passassero a percorrere il cammino verso il Paradiso. Insoddisfatto, l´imperatore l´ha inviato alla morte: Sebastiano è stato legato ad un tronco d´albero ed il suo corpo è stato trafitto da frecce. Credendolo morto, il suo corpo è stato abbandonato da quei che lo hanno fatto soffrire, però una pia vedova, che voleva seppellirlo con le onore cristiane, l´ha incontrato ancora vivo, curandolo affinché si recuperasse. Poco tempo dopo, lui è andato a presentasi a Diocleziano (che è stato molto sorpreso di vederlo vivo), e Sebastiano lo ha criticato duramente a causa dell´ingiustizia con cui perseguitava i cristiani, che però pregavano per l´impero e per gli eserciti, comunque erano torturati come se fossero nemici dello Stato.
Il crudele imperatore, ostinato nei suoi errori, ha mandato che Sebastiano fosse immediatamente portato a un locale vicino, dove fu picchiato fino alla morte. San Sebastiano è stato seppellito in una catacomba che porta il suo nome e sulla quale è stata costruita una delle sette principali Chiese di Roma, la Basilica di San Sebastiano, in Via Appia.

LITURGIA DELLA PAROLA 

Prima Lettura    Eb 6,10-20
La speranza che ci è proposta è come un’àncora sicura e salda.

Dalla lettera agli Ebrei
Fratelli, Dio non è ingiusto tanto da dimenticare il vostro lavoro e la carità che avete dimostrato verso il suo nome, con i servizi che avete reso e che tuttora rendete ai santi. Desideriamo soltanto che ciascuno di voi dimostri il medesimo zelo perché la sua speranza abbia compimento sino alla fine, perché non diventiate pigri, ma piuttosto imitatori di coloro che, con la fede e la costanza, divengono eredi delle promesse.
Quando infatti Dio fece la promessa ad Abramo, non potendo giurare per uno superiore a sé, giurò per se stesso dicendo: «Ti benedirò con ogni benedizione e renderò molto numerosa la tua discendenza». Così Abramo, con la sua costanza, ottenne ciò che gli era stato promesso. Gli uomini infatti giurano per qualcuno maggiore di loro, e per loro il giuramento è una garanzia che pone fine a ogni controversia.
Perciò Dio, volendo mostrare più chiaramente agli eredi della promessa l’irrevocabilità della sua decisione, intervenne con un giuramento, affinché, grazie a due atti irrevocabili, nei quali è impossibile che Dio mentisca, noi, che abbiamo cercato rifugio in lui, abbiamo un forte incoraggiamento ad afferrarci saldamente alla speranza che ci è proposta. In essa infatti abbiamo come un’àncora sicura e salda per la nostra vita: essa entra fino al di là del velo del santuario, dove Gesù è entrato come precursore per noi, divenuto sommo sacerdote per sempre secondo l’ordine di Melchìsedek.

Salmo Responsoriale   Dal Salmo 110
Il Signore si ricorda sempre della sua alleanza.

Renderò grazie al Signore con tutto il cuore,
tra gli uomini retti riuniti in assemblea.
Grandi sono le opere del Signore:
le ricerchino coloro che le amano.

Ha lasciato un ricordo delle sue meraviglie:
misericordioso e pietoso è il Signore.
Egli dà il cibo a chi lo teme,
si ricorda sempre della sua alleanza.

Mandò a liberare il suo popolo,
stabilì la sua alleanza per sempre.
Santo e terribile è il suo nome.
La lode del Signore rimane per sempre.

Canto al Vangelo  Cf Ef 1,17-18
Alleluia, alleluia.
Il Padre del Signore nostro Gesù Cristo
illumini gli occhi del nostro cuore
per farci comprendere a quale speranza ci ha chiamati.
Alleluia.

Vangelo  Mc 2,23-28
Il sabato è fatto per l’uomo e non l’uomo per il sabato.

Dal vangelo secondo Marco
In quel tempo, di sabato Gesù passava fra campi di grano e i suoi discepoli, mentre camminavano, si misero a cogliere le spighe.
I farisei gli dicevano: «Guarda! Perché fanno in giorno di sabato quello che non è lecito?». Ed egli rispose loro: «Non avete mai letto quello che fece Davide quando si trovò nel bisogno e lui e i suoi compagni ebbero fame? Sotto il sommo sacerdote Abiatàr, entrò nella casa di Dio e mangiò i pani dell’offerta, che non è lecito mangiare se non ai sacerdoti, e ne diede anche ai suoi compagni!».
E diceva loro: «Il sabato è stato fatto per l’uomo e non l’uomo per il sabato! Perciò il Figlio dell’uomo è signore anche del sabato».