Messa quotidiana

Omelia 26-9-15

Maria, Madre Addolorata, prega per noi

Beati Martiri Spagnoli Cappuccini di Valencia

† Spagna, 1936

Questi 17 martiri cappuccini spagnoli, 12 frati e 5 clarisse, subirono il martirio durante la guerra civile e la persecuzione religiosa che attraversarono la loro patria negli anni ’30 del XX secolo. Papa Giovanni Paolo II li beatificò l’11 marzo 2001, unitamente ad un gruppo composto complessivamente di ben 233 martiri della medesima persecuzione.

“Nel nostro secolo sono ritornati i martiri, spesso sconosciuti, quasi « militi ignoti » della grande causa di Dio. Per quanto è possibile non devono andare perdute nella Chiesa le loro testimonianze” (Tertio Millennio Adveniente, 37).
“L’esperienza dei martiri e dei testimoni della fede – dice Giovanni Paolo II – non è caratteristica solo della Chiesa degli inizi, ma connota ogni epoca della sua storia. Nel secolo XX, poi, forse ancor più che nel primo periodo del cristianesimo, moltissimi sono stati coloro che hanno testimoniato la fede con sofferenze spesso eroiche. Quanti cristiani, in ogni continente, nel corso del Novecento, hanno pagato il loro amore a Cristo anche versando il sangue! Essi hanno subito forme di persecuzione vecchie e recenti, hanno sperimentato l’odio e l’esclusione, la violenza e l’assassinio. Molti Paesi di antica tradizione cristiana sono tornati ad essere terre in cui la fedeltà al Vangelo è costata un prezzo molto alto” (Omelia alla Commemorazione ecumenica dei testimoni della fede del secolo XX, 7 maggio 2000 ).
Nell’ambito di questo quadro storico, che descrive l’“apocalissi” della tortura e della sofferenza nel secolo XX, Giovanni Paolo II l’11 marzo 2001, già iniziato il terzo millennio, beatifica un gruppo di 240 martiri del Levante spagnolo. In mezzo a questa immensa moltitudine di uomini e di donne, che nessuno può contare, di tutte le nazioni, razze, popoli e lingue, che stanno davanti al trono e all’Agnello, vestiti in stole bianche e con in mano le palme e che gridano: “La vittoria è del nostro Dio!”, ci sono 17 martiri cappuccini, cioè 12 cappuccini e 5 clarisse cappuccine. Sono il P. Aurelio de Vinalesa e i suoi Compagni. E’ fra montagne di cadaveri che i cristiani, nella Spagna del 1936, diedero testimonianza eroica della loro fede nella risurrezione.
[…]questi valorosi testimoni di Cristo […] hanno sofferto persecuzione e morte, patita “in odium fidei” e accettata eroicamente e serenamente. La fecondità del martirio non è radicata tanto nella morte violenta in se stessa, quanto nella piena partecipazione alla carità di Cristo, ed è conseguenza ed effetto della sequela di Cristo: “Se il chicco di grano caduto in terra non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto. Chi ama la sua vita la perde e chi odia la sua vita in questo mondo, la conserverà per la vita eterna” (Gv 12, 24-25).
Ogni biografia è stata arricchita con dichiarazioni dei testimoni che hanno conosciuto gli stessi martiri e che hanno vissuto e sofferto le loro stesse vicissitudini storiche. Queste storie interpellano oggi anche noi. La vita di questi martiri, il loro messaggio, la loro testimonianza, la loro morte eroica sono un appello alla nostra coscienza, alla nostra fedeltà e al nostro modo di seguire Cristo e il Vangelo. Non si tratta di persone sconosciute né che appartengano ad un passato storico lontano; hanno invece voce e volto ben definiti, sono persone vive, attuali, che ci parlano con l’audacia e la forza della verità e con il loro deciso amore per la giustizia. Come dice Vita Consacrata parlando della testimonianza profetica di fronte alle grandi sfide: “In questo secolo, come in altre epoche della storia, uomini e donne consacrati hanno reso testimonianza a Cristo Signore ‘con il dono della propria vita’. Sono migliaia coloro che, costretti alle catacombe dalla persecuzione di regimi totalitari o di gruppi violenti, osteggiati nell’attività missionaria, nell’azione a favore dei poveri, nell’assistenza agli ammalati ed agli emarginati, hanno vissuto e vivono la loro consacrazione nella sofferenza prolungata ed eroica, e spesso con l’effusione del proprio sangue, pienamente configurati al Signore crocifisso” (86a).
Questi martiri della Provincia cappuccina di Valencia incarnano in maniera sublime l’essenza della spiritualità francescana nel suo ideale di sequela di Cristo povero e crocifisso. San Francesco, quando ricevette notizia del martirio di cinque suoi compagni in Marocco, non poté fare a meno di esclamare: “Ora posso dire di avere cinque autentici frati minori!”. Il Poverello di Assisi più volte aveva desiderato il martirio, fino al punto che è stato detto “l’uomo che non riuscì a farsi uccidere”.Inviò i suoi frati, col permesso dei loro ministri, come missionari tra i saraceni e altri infedeli. E dice nella sua Prima Regola (XVI, 10-11) : “E tutti i frati, ovunque sono, si ricordino che si sono donati e hanno abbandonato i loro corpi al Signore nostro Gesù Cristo. E per suo amore devono esporsi ai nemici sia visibili che invisibili, poiché dice il Signore: “Colui che perderà l’anima sua per causa mia la salverà per la vita eterna” (Lc 9, 24).
P. Gemelli ha sintetizzato l’ideale francescano in queste due belle parole: “Uomini crocifissi”. La storia francescana ne costituisce una bella prova. Anche la storia cappuccina è inserita in questo ricchissimo filone di martirio ( san Fedele da Sigmaringa, i beati Agatangelo e Cassiano, i martiri della rivoluzione francese, i martiri polacchi e ora i martiri cappuccini di Valencia della rivoluzione del 1936…). Francesco esclamerà di nuovo: “Ora posso dire di avere diciassette autentici frati minori in più!”.
Il popolo di Spagna è un popolo esperto nel soffrire. Sa e conosce bene che non si deve dimenticare la storia, perché senza memoria non c’è né futuro né pace. Questa pubblicazione vede la luce precisamente alla soglia del terzo millennio per ricordarci che il martirio fa parte dell’essenza stessa della vita della Chiesa e dell’ideale francescano, un martirio vissuto in modo così luminoso da questi martiri cappuccini di Valencia. Giovanni Paolo II al termine del Giubileo 2000 e all’inizio del nuovo millennio ha ricordato questa coscienza del martirio: “La viva coscienza penitenziale non ci ha impedito di rendere gloria al Signore per quanto ha operato in tutti i secoli, e in particolare nel secolo che ci siamo lasciati alle spalle, assicurando alla sua Chiesa ‘una grande schiera di santi e di martiri’… Molto si è fatto poi, in occasione dell’Anno Santo, per raccogliere ‘le memorie preziose dei Testimoni della fede nel secolo XX’…E’ un’eredità da non disperdere, da consegnare ad un perenne dovere di gratitudine e a un rinnovato proposito di imitazione” (Novo Millennio Ineunte, 7).
Questo numero speciale di BICI riferisce la storia e il martirio di ognuno dei diciassette martiri cappuccini di Valencia. E’ l’eloquente testimonianza di uomini e di donne vicini a noi nel tempo e vicini nel loro messaggio. Francesco di Assisi potrà di nuovo ripetere: “Essi sono i più eroici cavalieri della mia Tavola Rotonda”.

Per maggiori notizie sul conto dei 17 beati, si rinvia alle schede loro dedicate nei giorni in cui sono commemorati dal Martyrologium Romanum, cioè nell’anniversario del loro martirio:

12 FRATI CAPPUCCINI:

93151 – Ambrogio da Benaguacil (Luis Valls Matamales), Sacerdote, 26 agosto
93148 – Aurelio da Vinalesa (José Ample Alcaide), Sacerdote, 28 agosto
93159 – Bernardo da Lugar Nuevo de Fenollet (José Bleda Grau), Religioso, 4 settembre
93155 – Bonaventura da Puzol (Julio Esteve Flors), Sacerdote, 26 settembre
93157 – Enrico da Almazora (Enrique Garcia Beltran), Diacono, 16 agosto
93158 – Fedele da Puzol (Mariano Climent Sanchís), Religioso, 27 settembre
93149 – Germano da Carcagente (José Maria Garrigues Hernandez), Sacerdote, 9 agosto
93156 – Giacomo da Rafelbunol (Santiago Mestre Iborra), Sacerdote, 29 settembre
93153 – Gioacchino da Albocacer (José Ferrer Adell), Sacerdote, 30 agosto
93154 – Modesto da Albocacer (Modesto Garcia Marti), Sacerdote, 13 agosto
93160 – Pacifico da Valencia (Pedro Salcedo Puchades), Religioso, 12 ottobre
93152 – Pietro da Benisa (Alejandro Mas Ginestar), Sacerdote, 26 agosto

5 CLARISSE CAPPUCCINE:

93161 – Isabella (Josefina Calduch Rovira), Vergine, 14 aprile
93150 – Maria dei Miracoli (Milagros) Ortelles Gimeno, Vergine, 20 novembre
93050 – Maria Felicita Masià Ferragud, Vergine, 25 ottobre
93050 – Maria Jesus (Maria Vincenta Masià Ferragud), Vergine, 25 ottobre
93050 – Maria Veronica (Maria Joaquina Masià Ferragud), Vergine, 25 ottobre


Autore: 
fr. Alfonso Ramírez Peralbo, OFM Cap – Postulazione generale

LITURGIA DELLA PAROLA
  
Prima Lettura  Zc 2, 5-9.14-15
Io vengo ad abitare in mezzo a te.

Dal libro del profeta Zaccarìa
Alzai gli occhi, ed ecco un uomo con una fune in mano per misurare. Gli domandai: «Dove vai?». Ed egli: «Vado a misurare Gerusalemme per vedere qual è la sua larghezza e qual è la sua lunghezza».
Allora l’angelo che parlava con me uscì e incontrò un altro angelo, che gli disse: «Corri, va’ a parlare a quel giovane e digli: “Gerusalemme sarà priva di mura, per la moltitudine di uomini e di animali che dovrà accogliere. Io stesso – oracolo del Signore – le farò da muro di fuoco all’intorno e sarò una gloria in mezzo ad essa”.
Rallégrati, esulta, figlia di Sion,
perché, ecco, io vengo ad abitare in mezzo a te.
Oracolo del Signore.
Nazioni numerose aderiranno in quel giorno al Signore
e diverranno suo popolo,
ed egli dimorerà in mezzo a te».    

Salmo Responsoriale   Ger 31
Il Signore ci custodisce come un pastore il suo gregge.

Ascoltate, genti, la parola del Signore,
annunciatela alle isole più lontane e dite:
«Chi ha disperso Israele lo raduna
e lo custodisce come un pastore il suo gregge».

Perché il Signore ha riscattato Giacobbe,
lo ha liberato dalle mani di uno più forte di lui.
Verranno e canteranno inni sull’altura di Sion,
andranno insieme verso i beni del Signore.

La vergine allora gioirà danzando
e insieme i giovani e i vecchi.
«Cambierò il loro lutto in gioia,
li consolerò e li renderò felici, senza afflizioni». 

Canto al Vangelo
   2Tm 1,10 

Alleluia, alleluia.

Il Salvatore nostro Gesù Cristo ha vinto la morte
e ha fatto risplendere la vita per mezzo del vangelo.
Alleluia.

Vangelo   Lc 9, 44-45
Il Figlio dell’uomo sta per esser consegnato. Avevano timore di interrogarlo su questo argomento.  

Dal vangelo secondo Luca
In quel giorno, mentre tutti erano ammirati di tutte le cose che faceva, Gesù disse ai suoi discepoli: «Mettetevi bene in mente queste parole: il Figlio dell’uomo sta per essere consegnato nelle mani degli uomini».
Essi però non capivano queste parole: restavano per loro così misteriose che non ne coglievano il senso, e avevano timore di interrogarlo su questo argomento.