Messa quotidiana

Omelia 27-9-14

 

O Maria Madre Addolorata, prega per noi

 

 

SAN VINCENZO DE’ PAOLI
(1581-1660)  

Nel Seicento la Chiesa di Francia si è trovata in situazioni paradossali. Mentre ambigue figure di ecclesiastici si aggiravano fra gli intrighi della politica, zelanti sacerdoti presentavano un ritratto autentico di Cristo, assicurando credibilità al Vangelo. Lo stesso Vincenzo, nato da una famiglia di contadini a Pouy presso i Pirenei, prima di appartenere totalmente ai secondi, si era fatto prete a 19 anni per « far carriera ». Le prove della vita e l’influsso del Card. de Bérulle e di san Francesco di Sales votarono a Cristo anima e corpo «Monsieur Vincent». Fu parroco di Clichy (presso Parigi), cappellano dei galeotti, direttore di numerose opere nella capitale, dove influì persino sulla corte. Creò gruppi di donne e di uomini (anche nobili) a servizio dei poveri. Assicurò assi­stenza ai prigionieri, ai galeotti, ai trovatelli, ai miserabili. Tentò di distruggere l’accatonaggio dei fannulloni avviandoli al lavoro. Portò soccorso nelle regioni desolate dalla fame e dai contagi, devastate dalle guerre.
La carità di san Vincenzo si dilatò fino a dimensioni universali. Due opere soprattutto sono suoi titoli di gloria: lo zelo per le « missioni » fra le masse rurali del suo tempo, a cui consacrò i suoi «Preti della missione» (Lazzaristi) dediti pure alla formazione del clero; e la cura per il risollevamento delle masse proletarie delle città, a cui consacrò le «Figlie della carità» con la collaborazione di santa Luisa de Marillac. Per un sessantennio, la Francia vide l’instancabilità di quest’uomo mite, affabile, dotato di grande finezza di spirito e di humour, ricco di pietà semplice e profonda. Egli fu ispiratore di moltissime opere che sorsero in seguito dovunque. Fra esse, per iniziativa di Federico Ozanam (1813-1853), ventenne, le «Conferenze di san Vincenzo», in cui specialmente i giovani si impegnano a visitare e soccorrere i poveri a domicilio.

Servire Cristo nei poveri

Da alcune «Lettere e conferenze spirituali» di san Vincenzo de` Paoli, sacerdote
(Cfr. lett, 2546, ecc.; Correspondance, entretiens, documents, Paris 1922-1925, passim)

Non dobbiamo regolare il nostro atteggiamento verso i poveri da ciò che appare esternamente in essi e neppure in base alle loro qualitĂ  interiori. Dobbiamo piuttosto considerarli al lume della fede. Il Figlio di Dio ha voluto essere povero, ed essere rappresentato dai poveri. Nella sua passione non aveva quasi la figura di uomo; appariva un folle davanti ai gentili, una pietra di scandalo per i Giudei; eppure egli si qualifica l’evangelizzazione dei poveri: «Mi ha mandato per annunziare ai poveri un lieto messaggio» (Lc 4, 18).
Dobbiamo entrare in questi sentimenti e fare ciò che Gesù ha fatto: curare i poveri, consolarli, soccorrerli, raccomandarli.
Egli stesso volle nascere povero, ricevere nella sua compagnia i poveri, servire i poveri, mettersi al posto dei poveri, fino a dire che il bene o il male che noi faremo ai poveri lo terrà come fatto alla sua persona divina. Dio ama i poveri, e, per conseguenza, ama quelli che amano i poveri. In realtà quando si ama molto qualcuno, si porta affetto ai suoi amici e ai suoi servitori. Così abbiamo ragione di sperare che, per amore di essi, Dio amerà anche noi.
Quando andiamo a visitarli, cerchiamo di capirli per soffrire con loro, e di metterci nella disposizione interiore dell’Apostolo che diceva: «Mi sono fatto tutto a tutti» (1 Cor 9, 22). Sforziamoci perciò di diventare sensibili alle sofferenze e alle miserie del prossimo. Preghiamo Dio, per questo, che ci doni lo spirito di misericordia e di amore, che ce ne riempia e che ce lo conservi.
Il servizio dei poveri deve essere preferito a tutto. Non ci devono essere ritardi. Se nell’ora dell’orazione avete da portare una medicina o un soccorso a un povero, andatevi tranquillamente.
Offrite a Dio la vostra azione, unendovi l’intenzione dell’orazione. Non dovete preoccuparvi e credere di aver mancato, se per il servizio dei poveri avete lasciato l’orazione. Non è lasciare Dio, quando si lascia Dio per Iddio, ossia un’opera di Dio per farne un’altra. Se lasciate l’orazione per assistere un povero, sappiate che far questo è servire Dio. La caritĂ  è superiore a tutte le regole, e tutto deve riferirsi ad essa. E` una grande signora: bisogna fare ciò che comanda.
Tutti quelli che ameranno i poveri in vita non avranno alcuna timore della morte. Serviamo dunque con rinnovato amore i poveri e cerchiamo i piĂą abbandonati. Essi sono i nostri signori e padroni.

LITURGIA DELLA PAROLA
  

Prima Lettura  Qo 11,9 – 12,8
Ricòrdati del tuo Creatore nei giorni della tua giovinezza, prima che ritorni la polvere alla terra e il soffio vitale torni a Dio.

Dal libro del Qoèlet
Godi, o giovane, nella tua giovinezza,
e si rallegri il tuo cuore nei giorni della tua gioventĂą.
Segui pure le vie del tuo cuore
e i desideri dei tuoi occhi.
Sappi però che su tutto questo
Dio ti convocherĂ  in giudizio.
Caccia la malinconia dal tuo cuore,
allontana dal tuo corpo il dolore,
perché la giovinezza e i capelli neri sono un soffio.
Ricòrdati del tuo creatore
nei giorni della tua giovinezza,
prima che vengano i giorni tristi
e giungano gli anni di cui dovrai dire:
«Non ci provo alcun gusto»;
prima che si oscurino il sole,
la luce, la luna e le stelle
e tornino ancora le nubi dopo la pioggia;
quando tremeranno i custodi della casa
e si curveranno i gagliardi
e cesseranno di lavorare le donne che macinano,
perché rimaste poche,
e si offuscheranno quelle che guardano dalle finestre
e si chiuderanno i battenti sulla strada;
quando si abbasserĂ  il rumore della mola
e si attenuerĂ  il cinguettio degli uccelli
e si affievoliranno tutti i toni del canto;
quando si avrĂ  paura delle alture
e terrore si proverĂ  nel cammino;
quando fiorirĂ  il mandorlo
e la locusta si trascinerĂ  a stento
e il cappero non avrĂ  piĂą effetto,
poiché l’uomo se ne va nella dimora eterna
e i piagnoni si aggirano per la strada;
prima che si spezzi il filo d’argento
e la lucerna d’oro s’infranga
e si rompa l’anfora alla fonte
e la carrucola cada nel pozzo,
e ritorni la polvere alla terra, com’era prima,
e il soffio vitale torni a Dio, che lo ha dato.
Vanità delle vanità, dice Qoèlet,
tutto è vanità.   

Salmo Responsoriale   Dal Salmo 89 
Signore, tu sei stato per noi un rifugio di generazione in generazione.

Tu fai ritornare l’uomo in polvere,
quando dici: «Ritornate, figli dell’uomo».
Mille anni, ai tuoi occhi,
sono come il giorno di ieri che è passato,
come un turno di veglia nella notte.

Tu li sommergi:
sono come un sogno al mattino,
come l’erba che germoglia;
al mattino fiorisce e germoglia,
alla sera è falciata e secca.

Insegnaci a contare i nostri giorni
e acquisteremo un cuore saggio.
Ritorna, Signore: fino a quando?
Abbi pietĂ  dei tuoi servi!

Saziaci al mattino con il tuo amore:
esulteremo e gioiremo per tutti i nostri giorni.
Sia su di noi la dolcezza del Signore, nostro Dio:
rendi salda per noi l’opera delle nostre mani,
l’opera delle nostre mani rendi salda.

C  2 Tm 1,10
Alleluia, alleluia.

Alleluia.

Vangelo   Lc 9, 44-45
Il Figlio dell’uomo sta per essere consegnato. Avevano timore di interrogarlo su questo argomento. 

Dal vangelo secondo Luca
In quel giorno, mentre tutti erano ammirati di tutte le cose che faceva, Gesù disse ai suoi discepoli: «Mettetevi bene in mente queste parole: il Figlio dell’uomo sta per essere consegnato nelle mani degli uomini».
Essi però non capivano queste parole: restavano per loro così misteriose che non ne coglievano il senso, e avevano timore di interrogarlo su questo argomento.