Testimone

Padre Mariano da Santa Croce Cappuccino

Un confratello cappuccino di famiglia nel convento di San Giovanni Rotondo negli anni in cui ho frequentato
Padre Pio.
Voleva un bene immenso a Padre Pio e ne era contraccambiato con tenerezza paterna.
Per un periodo fu cappellano della Casa Sollievo.
Si dedicava tutto il giorno ai malati.
Spesso era messaggero tra i malati e Padre Pio, per questo sostava nella cella del Padre, che sempre chiedeva
notizie dei medici, delle suore, degli infermieri e soprattutto dei cari infermi.
Diceva che in quei colloqui Padre Pio dimostrava di essere accanto ad ogni ricoverato per sostenere, pregare e
confortare.
Padre Mariano era felice e puntuale nel riferire agli interessati le parole, le promesse e la benedizione del Padre.
Quando scoppiò il caso Giuffrè, ricevette l’ordine di consegnare alla Curia Generale le offerte della Casa Sollievo.
Riferì la notizia a Padre Pio, che ne soffrì molto e disse severamente: “Sanno che non è giusto; bisogna rispettare la volontà dei benefattori” e aggiunse: “Quella storia finirà male”. Sappiamo come finì.
Padre Mariano era affettuoso e generoso con me.
Sapendo quanto io desideravo stare accanto al Padre, o mi portava con sé per qualche momento da trascorrere
col Padre nella sua cella, oppure mi cedeva il suo turno di assistenza al Padre.
Veramente ne ero felice, perché così mi ha dato la possibilità di trattenermi più a lungo e più tranquillamente
con Padre Pio.
Per me erano minuti preziosi.
Ne approfittavo per confessarmi e conversare senza difficoltà, esponendo al Padre situazioni che mi stavano a
cuore e nello stesso tempo davo al Padre modo di guidarmi spiritualmente.
Ore indimenticabili.
Padre Mariano, quando veniva per apostolato da queste parti, si fermava a cenare e riposare nel nostro convento di Pescara.
Abbiamo concelebrato in qualche Convegno dei Gruppi di Preghiera.
Padre Pio gli renda merito di tanta fraterna bontà.

P. G. Alimonti, OFM Cap, “Raggi di sole”, Vol. 1, pp 203-204