Poesie

San Francesco Saverio

San Francesco Saverio
Sac. gesuita – Xavier (Spagna) 1506
+ Isola di Sancian (Cina) 3 dicembre 1552
 
Apparteneva all’aristocratica famiglia Xavier.
Studiò a Parigi dove conobbe Ignazio di
Loyola.
Insieme a lui fece voto di
povertà e castità e si dedicò
fino all’ordinazione sacerdotale
all’assistenza dei malati e
alla predicazione. Prese parte
nel 1539 alla fondazione della
Compagnia di Gesù e l’anno
dopo fu mandato nelle Indie
occidentali come legato papale
delle terre situate ad oriente del
Capo di Buona Speranza.
Animato dall’amore per il Signore e sostenuto dalla
costante preghiera ha portato il messaggio del Vangelo fino
alle estremità del mondo: le isole Molucche, la Malacca,
l’India, il Giappone.
Con viaggi lunghi e pericolosi ha attraversato villaggi,
ha parlato a numerosi popoli, ha amministrato il Battesimo
e insegnato a pregare.
Stremato dalle fatiche, è morto mentre si accingeva ad
entrare in Cina.
È sepolto a Goa, in India.
 
Fai dire a Sant’Ignazio di Loyola:
-Saverio è pezzo duro da impastare! –
Tu di lui dicesti: – Grazie, mio Signore,
ch’hai dato a me un compagno come Ignazio -.
 
Nella chiesetta bella di Montmartre,
giuraste povertà e castità;
di obbedire ciecamente al Papa,
e di recarvi a piedi in Terra Santa.
 
A causa della guerra tra Venezia
e le vaganti truppe musulmane
il viaggio in Oriente non ci fu.
Doveste rimanere a Bologna.
 
Lì era tutto da ricominciare!
Portare la parola del Signore.
Ai carcerati dare la speranza.
Dare conforto ai poveri malati.
 
Poi l’aspra penitenza ed il digiuno
nel giro di sei mesi ti stremò.
Ignazio ti richiama accanto a sé.
Poi parti per le Indie Orientali.
 
Tredici mesi di viaggio penoso.
Col mal di mare dare assistenza
ai passeggeri e a tutto l’equipaggio.
Infermo soccorri i moribondi.
 
E sei a Goa. Inizia la missione!
Apprendi i primi segni della lingua.
Viaggi a piedi e senza alcun compagno.
T’azzardi tra i tagliator di testa.
 
Le conversioni sono numerose.
Hai battezzato diecimila Macua
in poco tempo; tanto che tu dici:
– La voce m’è finita e il braccio è stanco -.
 
In Manaar seicento battezzati
hanno ben preferito il martirio
alla proposta di tornar pagani.
Quale ferita s’apre nel tuo cuore!
 
Sovente cadi esausto sulla strada.
Talvolta passi in mezzo alle sassate.
O per seguire il viaggio senza mezzi
sei obbligato a fare lo stalliere.
 
False promesse e accuse infamanti
dei colonizzatori portoghesi
t’hanno procurato molte pene.
– Noi procacciamo l’oro e tu le anime? –
 
È polmonite! Senza medicine!
– Gesù, Figlio di Davide, pietà!
Maria, ricordati di me! –
Vengo, Gesù; t’affido la missione.
 
P. G. Alimonti OFM cap, Vento Impetuoso, Vol. VI, pp 89-90-91