Poesie

San Ludovico d’Angiò

San Ludovico d’Angiò
Vescovo francescano minore

febbraio 1274 + 19 agosto 1297

È figlio di Carlo d’Angiò, re di Napoli. Insieme ai due fratelli Roberto e Raimondo fu tenuto come ostaggio dal 1288 al 1294 dal re Alfonso III d’Aragona. Imbarcati per la Spagna seguirono una successione di castelli: Moncada (Catalogna), Ciurana, Castile, Barcellona. Per volontà del padre vivevano con loro due francescani: padre Francesco Brun (futuro vescovo di Gaeta) e Pietro Scarrier (futuro vescovo di Rampolla).
Essi influirono sulla vocazione francescana di Ludovico.Colpito da tisi polmonare era in fin di vita. Guarì improvvisamente facendo il voto di entrare nell’Ordine. Ricevette la tonsura e i quattro Ordini minori, indossando l’abito ecclesiastico. I francescani di Montpellier non lo ricevettero perché designato al trono. Indossò l’abito sotto la talare. A Castel dell’Ovo, presso Napoli, vive in preghiera e medi- tazione. Viene ordinato sacerdote il 19 maggio1296. Rimane presso la corte di suo padre, compiendo infinite opere di beneficenza. Bonifacio VIII lo vuole vescovo di Tolosa nel dicembre dello stesso anno, quando deve ancora compiere 22 anni. Accetta, ma prima desidera farsi francescano.
Pronuncia i voti religiosi a Roma nella chiesa francescana di Aracoeli il 24 dicembre 1296 ed è ordinato vescovo in San Pietro il 30 dicembre dello stesso anno. Torna a Napoli e poi parte per Tolosa. Accolto festosamente, aiuta e conforta tutti. Nel luglio del 1297 a dorso di un mulo va a Brignoles per far visita a suo padre e muore un mese dopo.
Le sue spoglie sono nella cattedrale di Valenza. Fu canonizzato da Giovanni XXII nel 1317.

Perseguitati Ebrei,
e carcerati e poveri
e miseri lebbrosi
son prediletti tuoi.

In Francia, Italia e Spagna
e in ogni altro luogo
dove tu passi, è grazia,
e fai felici tutti.

Tu ami San Francesco
e indossi il suo saio;
su questo la talare
per ordine del Papa.

A ventidue anni
sei consacrato vescovo.
Un caso singolare,
come la tua pietà.

Tu educato fosti
alla preghiera assidua
all’esigente studio,
a disciplina ferrea.

D’Alfonso d’Aragona,
insieme ai due fratelli
sei lungamente ostaggio,
qual condizion di pace.

Moncada, e poi Ciurana,
Castile e Barcellona
son successive tappe
di questo duro esilio.

Due bravi francescani
ti son maestri e padri.
Ti disse allor la voce:
“Ti voglio francescano”.

Durante la preghiera
ti tormentava satana.
Col segno della croce
tu lo mettevi in fuga.

Ti ammali gravemente:
è tisi polmonare.
Son disperati i medici,
ma Dio ti guarisce.

A Montpellier non puoi
tu pronunciare i voti,
perché erede al trono.
Il Papa ti vuol vescovo.

Tolosa ti fa festa.
Poi torni in Provenza
insieme ai cari frati.
Qui vien sorella morte.

P. G. Alimonti, Vento Impetuoso, vol. 3, pp.188-9