Poesie

San Tommaso d’Aquino

San Tommaso d’Aquino
Sacerdote – Roccasecca (Fr) c. 1225
+ Fossanova (Lt) 7 marzo 1274

Di famiglia nobile e facoltosa, abitava nel castello di Roccasecca non lontano dall’abbazia di Montecassino.
A Napoli, dove andò a studiare, nacque la sua vocazione domenicana.
Nel 1245 fu a Parigi per studiare teologia sotto la guida di Sant’Alberto Magno, al quale fu sempre legato da profonda amicizia.
Da lui guidato, studiò Aristotile e commentò gran parte delle sue opere, distinguendo ciò che era valido da ciò che
era da confutare. Insegnò teologia a Parigi, Orvieto, Roma, Viterbo e Napoli.
La sua opera eccellente è la “Summa Theologiae”, trattati e discorsi su vari argomenti. Fu coadiuvato dal confratello
Reginaldo di Piperno, che lo seguì fedelmente. È autore di bellissimi inni eucaristici, tra cui il “Pange lingua”.
Si dedicò anche alla predicazione al popolo, fatta con semplicità.
Il 28 gennaio 1369 il suo corpo fu traslato nel convento dei Domenicani di Tolosa (Francia).

Quarantanove anni: breve vita!
Più di quaranta opere hai scritto.
Tra lascia e prendi quasi sette anni
ti prese la “Summa Theologiae”.

E venne la “Summa contra Gentiles”,
e quella “Contra errores Graecorum”;
e la magnifica “Catena aurea”
e il pio “Pange lingua gloriosi …”.

Le università ti danno plauso.
Conteso per onore tra Colonia,
Parigi, Roma, Napoli, Orvieto;
Anagni per la curia pontificia.

A Napoli lo “Studium Generale”
per tutto l’Ordine domenicano.
Lo volle il re Carlo Primo d’Angiò
e lo legò all’Università.

Avesti qual maestro Alberto Magno,
che poi ti volle a fianco ad insegnare.
Colonia udì per prima la voce,
che tu tenevi sempre riservata.

Insieme a tutta l’Università
ascoltò la tua disputa e poi disse:
– Adesso lo chiamiamo “bue muto”,
risuonerà nel mondo il suo ruggito -.

Filosofia chiara e concreta
ti suggerisce il grande Aristotile
e questa poi divenne “la scolastica”.
Platone ti lasciava qualche vuoto.

Tracciasti tu la sintesi magnifica
del Creatore e delle creature.
In Lui la vita che viene fino a noi
e nel Verbo Incarnato a Lui ritorna.

Adesso che ti vedo così in alto
ripenso a chi ti volle carcerato,
e a quel tizzone ardente che prendesti
per far fuggir la donna tentatrice.

Per questo ti chiamiam “Dottore Angelico”.
Ti confessavi prima e poi all’alba
devotamente Messa celebravi.
Ti sollevavi spesso dalla terra.

Mentre t’aspetta il Papa a Lione
ti dona Cristo l’estasi d’amore.
– Tommaso, hai scritto bene, cosa vuoi? –
– Signore, solo Te! – … A Fossanova.

– Tommaso, scrivi ancora? – – Reginaldo,
ti dico, dopo quello che ho visto
quel sei settembre, ciò che ho scritto è paglia-.
… Gesù, non scrivo più … fammi venire!

P. G. Alimonti OFM cap, Vento impetuoso, vol II, pp 183-184-185