Messa quotidiana

Santa Messa 26-9-21

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XXVI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO
Anno B

La tentazione di monopolizzare Dio

Lo Spirito di Dio spira dove e come vuole. Dio può suscitare figli di Abramo anche dalle pietre.  La sua voce può servirsi, per farsi sentire, anche degli strumenti più impensati. È questo il senso teologico della la lettura: Dio è essenzialmente libero nel concedere i suoi doni. Egli agisce al di fuori degli schemi mentali usuali e delle strutture consacrate, concedendo la «profezia» anche a chi è fuori della tenda.

Nessuno ha il monopolio di Cristo
Questo è anche l’atteggiamento di Gesù (vangelo). Egli invita al rispetto e alla fiduciosa attesa, e invita a scorgere in coloro «che non sono dei nostri », non un potenziale nemico o un concorrente, ma una sintonia interiore che può avere- lo sbocco positivo di un «compagno di fede».  Anche Gesù, come si vede, mette bene in guardia i suoi discepoli dalla tentazione di voler avere il «monopolio» dei doni del Signore.
Le istituzioni possono risalire anche alla iniziativa di Dio; ma ciò che importa è l’uso che ne fanno gli uomini.  I profeti non cesseranno di ricordarlo: Iahvè è sovranamente libero! Può benissimo fare a meno del Tempio, se in esso non riceve la vera adorazione; il regno davidico può benissimo finire se i re non sono a lui fedeli; Iahvè può, se lo vuole, suscitare la fede al di là delle frontiere di Israele; persino l’alleanza del Sinai non è eterna…
Caratteristico è anche l’atteggiamento di Gesù rispetto alle strutture e alle istituzioni del suo popolo: le assume in tutta libertà, vale a dire, senza mai lasciarsi asservire da esse.  Sottolinea la trascendenza di Dio nella sua iniziativa di salvezza: lo Spirito soffia dove vuole e non è legato a nessuna struttura umana.  Le istituzioni sono fatte per l’uomo e non l’uomo per le istituzioni.
Lo stesso atteggiamento di libertà e di rispetto ha assunto anche la Chiesa primitiva. Certe istituzioni religiose e liturgiche rimangono, come il convito pasquale, ma sono riempite di un significato nuovo che deriva dal loro riferimento al mistero della Croce; altre spariranno, come la circoncisione, il sabato, il culto del Tempio, il pellegrinaggio a Gerusalemme.

Dio è libero
La perenne tentazione del credente è quella di sequestrare Dio, di monopolizzarlo per sé, a proprio uso e consumo, di rinchiuderlo nelle proprie certezze teologiche, di esaurirlo nelle proprie istituzioni ecclesiastiche, dimenticando che egli non si lega mai le mani, che la sua azione salvifica non si esaurisce entro i confini visibili della sua Chiesa, e che la sua grazia scorre e arriva fino a noi anche per tanti altri canali che non sono i segni sacramentali tradizionali.
Questa tentazione diventa più forte nel confronto delle istituzioni ecclesiastiche, nelle quali si «cristallizza», in qualche modo, la libera iniziativa di Dio, nel senso che esse si presentano in termini oggettivi ed individuabili come l’eco fedele dell’ordine che Dio intende promuovere e dei mezzi per giungervi. Tuttavia anche queste istituzioni sono soggette e minacciate da un processo di degradazione che può sfigurarne il volto e la missione.
Lungo tutto il corso della storia della Chiesa sono sorti dei profeti per discernere gli appelli dello Spirito, e ogni volta una fedeltà rinnovata al Vangelo ha ridato alla istituzione il volto della giovinezza.  Ultimamente è stato papa Giovanni XXIII.  Ha convocato un concilio, che ha effettivamente impegnato la Chiesa cattolica in una lettura rinnovata della volontà di Dio nei «segni dei tempi».

Spirito o istituzione?
Nel dopo-Concilio, così ricco di fermenti e così creativo e inventivo di iniziative e di tentativi nuovi, si è parlato molto di carismi.  Se ne parla talvolta in tono polemico, contrapponendoli all’istituzione, per rivendicare una dimensione individuale, originale, che si presume autentica, dell’esperienza religiosa, contro la dimensione tradizionale, codificata, che si presume mortificante lo spirito.
Bisogna guardarsi dagli equivoci e dalle illusioni; saper ascoltare la voce di Dio, e con umiltà accettare gli insegnamenti di chiunque, buono o cattivo, credente o ateo, senza presumere di noi stessi.
È nella comunità che i carismi vengono riconosciuti.  È al «pastore» che Dio ha affidato il compito di difendere il gregge contro gli assalti, le insinuazioni e il fascino del male camuffato di bene.

Foste salvati gratuitamente

Dalla «Lettera ai Filippesi» di san Policarpo, vescovo e martire
(Capp. 1, 1 – 2, 3; Funk 1, 267-269)

Policarpo e i presbiteri, che sono con lui, alla chiesa di Dio che risiede come pellegrina in Filippi: la misericordia e la pace di Dio onnipotente e di Gesù Cristo nostro salvatore siano in abbondanza su di voi.
Prendo parte vivamente alla vostra gioia nel Signore nostro Gesù Cristo perché avete praticato la parola della carità più autentica. Infatti avete aiutato nel loro cammino i santi avvinti da catene, catene che sono veri monili e gioielli per coloro che furono scelti da Dio e dal Signore nostro. Gioisco perché la salda radice della vostra fede, che vi fu annunziata fin dal principio, sussiste fino al presente e porta frutti in Gesù Cristo nostro Signore. Egli per i nostri peccati accettò di giungere fino alla morte, ma «Dio lo ha risuscitato sciogliendolo dalle angosce della morte» (At 2, 24), e in lui, senza vederlo, credete con una gioia indicibile e gloriosa( cfr. 1 Pt 1, 8), alla quale molti vorrebbero partecipare; e sapete bene che siete stati salvati per grazia, non per le vostre opere, ma per la volontà di Dio mediante Gesù Cristo (cfr. Ef 2, 8-9).
«Perciò dopo aver preparato la vostra mente all’azione» (1 Pt 1, 13), «servite Dio con timore» (Sal 2, 11) e nella verità, lasciando da parte le chiacchiere inutili e gli errori grossolani e «credendo in colui che ha risuscitato nostro Signore Gesù Cristo dai morti e gli ha dato gloria» (1 Pt 1, 21), facendolo sedere alla propria destra. A lui sono sottomesse tutte le cose nei cieli e sulla terra, a lui obbedisce ogni vivente. Egli verrà a giudicare i vivi e i morti e Dio chiederà conto del suo sangue a quanti rifiutano di credergli.
Colui che lo ha risuscitato dai morti, risusciterà anche noi, se compiremo la sua volontà, se cammineremo secondo i suoi comandi e ameremo ciò che egli amò, astenendoci da ogni specie di ingiustizia, inganno, avarizia, calunnia, falsa testimonianza, «non rendendo mala per male, né ingiuria per ingiuria» (1 Pt 3, 9), colpo per colpo, maledizione per maledizione, memori dell’insegnamento del Signore che disse: Non giudicate per non esser giudicati; perdonate e vi sarà perdonato; siate misericordiosi per ricevere misericordia; con la misura con cui misurate, sarà misurato a voi (cfr. Mt 7, 1); Lc 6, 36-38) e: Beati i poveri e i perseguitati per causa della giustizia, perché di essi è il regno dei cieli (cfr. Mt 5, 3. 10).


LITURGIA DELLA PAROLA

Prima Lettura   Nm 11, 25-29
Sei tu geloso per me? Fossero tutti profeti nel popolo!

Dal libro dei Numeri
In quei giorni, il Signore scese nella nube e parlò a Mosè: tolse parte dello spirito che era su di lui e lo pose sopra i settanta uomini anziani; quando lo spirito si fu posato su di loro, quelli profetizzarono, ma non lo fecero più in seguito.
Ma erano rimasti due uomini nell’accampamento, uno chiamato Eldad e l’altro Medad. E lo spirito si posò su di loro; erano fra gli iscritti, ma non erano usciti per andare alla tenda. Si misero a profetizzare nell’accampamento.
Un giovane corse ad annunciarlo a Mosè e disse: «Eldad e Medad profetizzano nell’accampamento». Giosuè, figlio di Nun, servitore di Mosè fin dalla sua adolescenza, prese la parola e disse: «Mosè, mio signore, impediscili!». Ma Mosè gli disse: «Sei tu geloso per me?
Fossero tutti profeti nel popolo del Signore e volesse il Signore porre su di loro il suo spirito!».

Salmo Responsoriale    Dal Salmo 18
I precetti del Signore fanno gioire il cuore.

La legge del Signore è perfetta,
rinfranca l’anima;
la testimonianza del Signore è stabile,
rende saggio il semplice.

Il timore del Signore è puro,
rimane per sempre;
i giudizi del Signore sono fedeli,
sono tutti giusti.

Anche il tuo servo ne è illuminato,
per chi li osserva è grande il profitto.
Le inavvertenze, chi le discerne?
Assolvimi dai peccati nascosti.

Anche dall’orgoglio salva il tuo servo
perché su di me non abbia potere;
allora sarò irreprensibile,
sarò puro da grave peccato.

Seconda Lettura
   Gc 5, 1-6

Le vostre ricchezze sono marce.

Dalla lettera di san Giacomo apostolo
Ora a voi, ricchi: piangete e gridate per le sciagure che cadranno su di voi! Le vostre ricchezze sono marce, i vostri vestiti sono mangiati dalle tarme. Il vostro oro e il vostro argento sono consumati dalla ruggine, la loro ruggine si alzerà ad accusarvi e divorerà le vostre carni come un fuoco.
Avete accumulato tesori per gli ultimi giorni! Ecco, il salario dei lavoratori che hanno mietuto sulle vostre terre, e che voi non avete pagato, grida, e le proteste dei mietitori sono giunte alle orecchie del Signore onnipotente. Sulla terra avete vissuto in mezzo a piaceri e delizie, e vi siete ingrassati per il giorno della strage. Avete condannato e ucciso il giusto ed egli non vi ha opposto resistenza.

Canto al Vangelo   Cfr Gv 17,17b.a 
Alleluia, alleluia.
La tua parola, Signore, è verità;
consacraci nella verità.
Alleluia.

 Vangelo   Mc 9,38-43.45.47-48
Chi non è contro di noi è per noi. Se la tua mano ti è motivo di scandalo, tagliala.

Dal vangelo secondo Marco
In quel tempo, Giovanni disse a Gesù: «Maestro, abbiamo visto uno che scacciava demòni nel tuo nome e volevamo impedirglielo, perché non ci seguiva». Ma Gesù disse: «Non glielo impedite, perché non c’è nessuno che faccia un miracolo nel mio nome e subito possa parlare male di me: chi non è contro di noi è per noi. Chiunque infatti vi darà da bere un bicchiere d’acqua nel mio nome perché siete di Cristo, in verità io vi dico, non perderà la sua ricompensa. Chi scandalizzerà uno solo di questi piccoli che credono in me, è molto meglio per lui che gli venga messa al collo una macina da mulino e sia gettato nel mare. Se la tua mano ti è motivo di scandalo, tagliala: è meglio per te entrare nella vita con una mano sola, anziché con le due mani andare nella Geenna, nel fuoco inestinguibile. E se il tuo piede ti è motivo di scandalo, taglialo: è meglio per te entrare nella vita con un piede solo, anziché con i due piedi essere gettato nella Geenna. E se il tuo occhio ti è motivo di scandalo, gettalo via: è meglio per te entrare nel regno di Dio con un occhio solo, anziché con due occhi essere gettato nella Geenna, dove il loro verme non muore e il fuoco non si estingue».