Poesie

Sant’Ilario di Poitiers

Vescovo
– Poitiers (Francia) c. 310 + 367

Fu battezzato a 35 anni, dopo una ricerca lunga e pro- fonda della fede.
Estremamente coerente col suo Battesimo fu uomo di grande virtù. Appena nove anni dopo, fu ordinato presbitero e vescovo della sua città.
Scrisse il “Commento al Vangelo di Matteo”. È il primo commento al Vangelo in latino. Accusato dai vescovi filoariani nel Sinodo di Bèziers, fu con- dannato da Costanzo impera-
tore all’esilio nella Frigia. Anche qui dovette combattere l’arianesimo. Lavorò strenuamente per ristabilire la verità anche nella Chiesa Orientale. Per opera sua la dottrina tri- nitaria e la cristologia si affermano definitivamente. Ilario fissa bene i concetti fondamentali: Il Padre è l’autore, il Fi- glio, uguale al Padre nella divinità, assume la nostra carne per unirci a Lui nella morte redentrice e nella Risurrezione eterna. Dono del Padre e del Figlio è lo Spirito, che ci san- tifica. Per questo Gesù dice di battezzare “nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo” (Mt 28,19).
La dottrina di Ilario è un sublime dialogo con Dio.

O sommo Sant’Ilario di Poitiers,
sinceramente hai cercato Dio,
che ti colmò di fede e di saggezza
e della carità ti fece ardente.

Talmente splende fulgida in te
la conquistata fede nel Signore,
che a soli nove anni dal battesimo
la tua città ti elegge suo vescovo.

Lo studio in te diventa orazione
e l’orazione in te diventa studio.
In questo modo mentre ancora cerchi
tu godi appieno il Dio, che hai cercato.

Perciò il Vangel commenti di Matteo,
da lì prendendo e a noi
poi ridonando meravigliosa luce di Gesù,
che si fa uomo ed è uguale al Padre.

Fai parte come vescovo a Bèziers,
che fece tanto male al tuo cuore.
Tu lo chiamasti “sinodo dei falsi”,
perché pastori proni all’eresia.

Dovunque si respira l’arianesimo,
sottile e micidial più della peste.
Ma quale Cristo voglion predicare
se essi stessi negano il Signore?

Diventan proprio essi accusatori.
L’imperator Costanzo ti condanna.
Devi lasciar la Gallia esiliato;
nella lontana Frigia relegato.

Contro la stessa bestia lì combatti
e metti mano all’opera più grande.
De Trinitate è il vero monumento
di cui per sempre può goder la Chiesa.

Che meraviglia, Ilario, la tua fede!
È sommo autore il Padre, che dà vita;
l’amato Figlio suo è l’Unigenito
e d’ambedue il dono è il Santo Spirito.

E spieghi nel trattato pur dei Salmi:
di tutti noi, Gesù si è fatto carne
per divenir di noi radice vera,
che vita può donare ad ogni tralcio.

Nella sua carne abbiamo noi accesso.
Entriamo per la porta del Suo cuore
e ci nutriamo della vita Sua
per divenir risorti insieme a Lui.

In vista della morte così preghi:
– Conservami, ti prego, mio Signore,
fedele a quel Battesimo di grazia
nel nome Tuo, del Figlio e Santo Spirito -.

P. G. Alimonti OFM Cap,
Collana “Vento impetuoso”,
Volume II, pp. 138-140