Messa quotidiana

Santa Messa 18-8-18

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18 AGOSTO: BEATI GIANLUIGI, PROTASIO, SEBASTIANO

 

L’Assemblea Costituente della Rivoluzione Francese, nel 1789, dopo aver confiscato tutti i beni ecclesiastici e soppresso gli istituti religiosi, aveva decretato la Costituzione Civile del Clero alla quale la maggior parte dei vescovi e del clero religioso e diocesano si rifiutò di prestare giuramento. Nel 1792 furono subito massacrati in trecento, tra vescovi e sacerdoti, refrattari al giuramento. Altri 2412 sacerdoti e religiosi furono, invece, deportati in tre diverse zone della Francia: 829 a La Rochelle (Rochefort), 76 a Nantes-Brest e 1494 a Bandeau-Blayc. Nel 1794 i deportati di Rochefort furono imbarcati su due vecchie navi (“pontons”), ormeggiate al largo dell’isola di Aix. [foto] Dopo cinque mesi di sofferenze e di stenti indicibili, costretti in uno spazio troppo angusto per un numero così alto di persone, senza assistenza sanitaria, malnutriti e soggetti alle sevizie dei carcerieri, si contarono ben 547 morti. Il 2 luglio 1994 fu riconosciuto il loro martirio e il 1° ottobre 1995 essi furono beatificati da papa Giovanni Paolo II. Tra i beati martiri morti sui “pontons de Rochefort” nel 1794 ci sono anche tre sacerdoti cappuccini: Gianluigi da Besançon, Protasio da Séez, Sebastiano da Nancy.

Gianbattista Loir nacque a Besançon l’11 marzo 1720. A vent’anni, nel mese di maggio del 1740, entra nel convento dei cappuccini di Lione. Emette la professione religiosa il 9 maggio 1741 con il nome di fra’ Gianluigi da Besançon. Trascorse la maggior parte della sua vita nei due conventi che i Cappuccini abitavano a Lione. Dopo la soppressione dei conventi religiosi, nel 1791, si ritirò presso i parenti a Précord. Nel 1793, non avendo, come sacerdote, prestato giuramento alla Costituzione Civile del Clero, fu imprigionato e ammassato poi, nel 1794, con altri 400 deportati come lui, su uno dei due navigli della morte di Rochefort. I compagni di prigionia lo trovarono morto il 19 maggio 1794, inginocchiato al suo posto come se pregasse. Sullo stesso naviglio dove era morto Gianluigi da Besançon c’era anche padre Protasio da Séez.

Protasio Bourdon nacque il 3 aprile 1747 a Séez in una famiglia di benestanti cristiani che lo educarono nella fede. Ciò favorì in lui la vocazione alla vita religiosa che lo portò nel 1767 ad entrare tra i cappuccini di Bayeux. Il 27 novembre 1768 emette la professione con il nome di fra’ Protasio da Séez. Fu consacrato sacerdote nel 1775 e nel 1789 è segretario del ministro provinciale di Normandia. Anch’egli rifiutò di aderire alla Costituzione Civile del Clero e quando, nel 1791, dovette abbandonare il convento di Rouen, anziché prendere la via dell’esilio, restò in città presso un pio conoscente continuando a celebrare clandestinamente l’Eucaristia. Questa tenacia gli costò l’arresto il 10 aprile 1793 e nel 1794 è trasferito a Rochefort. Dopo quattro mesi di prigionia sul “Deux-Associés”, il naviglio trasformato in lager dai rivoluzionari, padre Protasio muore nella notte dal 23 al 24 agosto del 1794.

Francesco François nacque a Nancy il 17 gennaio 1749. Il 24 gennaio 1768, a diciannove anni, entra nel convento dei cappuccini di Saint-Michel e l’anno seguente, nel 1769, fa la sua professione solenne con il nome di fra’ Sebastiano da Nancy. Dopo il noviziato fra’ Sebastiano passò nello studentato di Pont-à-Mousson dove verrà ordinato sacerdote. Negli anni 1778-1789 lavorò pastoralmente in molte parrocchie della diocesi di Metz. Quando scoppiò la Rivoluzione padre Sebastiano si trovava nel convento d’Epinal. Imprigionato nel 1793 perché refrattario alla Costituzione Civile del Clero fu poi trasportato a Rochefort nel 1794. Venne trovato morto, sul famigerato “Deux-Associés”, il 10 agosto 1794, con le braccia in forma di croce e gli occhi innalzati al cielo. Un compagno di prigionia di padre Sebastiano ha lasciato scritto nel suo diario: «Non riuscimmo mai a spiegarci come il suo corpo avesse conservato così a lungo quella posizione orante, nonostante il continuo rullio della piccola imbarcazione».

LITURGIA DELLA PAROLA

Prima Lettura   Ez 18.1-10.13.30-32
Io giudicherò ognuno di voi secondo la sua condotta.

Dal libro del profeta Ezechièle
Mi fu rivolta questa parola del Signore:
«Perché andate ripetendo questo proverbio sulla terra d’Israele:
“I padri hanno mangiato uva acerba
e i denti dei figli si sono allegati”?
Com’è vero che io vivo, oracolo del Signore Dio, voi non ripeterete più questo proverbio in Israele. Ecco, tutte le vite sono mie: la vita del padre e quella del figlio è mia; chi pecca morirà.
Se uno è giusto e osserva il diritto e la giustizia, se non mangia sui monti e non alza gli occhi agli idoli della casa d’Israele, se non disonora la moglie del suo prossimo e non si accosta a una donna durante il suo stato d’impurità, se non opprime alcuno, restituisce il pegno al debitore, non commette rapina, divide il pane con l’affamato e copre di vesti chi è nudo, se non presta a usura e non esige interesse, desiste dall’iniquità e pronuncia retto giudizio fra un uomo e un altro, se segue le mie leggi e osserva le mie norme agendo con fedeltà, egli è giusto ed egli vivrà, oracolo del Signore Dio.
Ma se uno ha generato un figlio violento e sanguinario che commette azioni inique, questo figlio non vivrà; poiché ha commesso azioni abominevoli, costui morirà e dovrà a se stesso la propria morte.
Perciò io giudicherò ognuno di voi secondo la sua condotta, o casa d’Israele. Oracolo del Signore Dio.
Convertitevi e desistete da tutte le vostre iniquità, e l’iniquità non sarà più causa della vostra rovina. Liberatevi da tutte le iniquità commesse e formatevi un cuore nuovo e uno spirito nuovo. Perché volete morire, o casa d’Israele? Io non godo della morte di chi muore. Oracolo del Signore Dio. Convertitevi e vivrete». 

Salmo Responsoriale
Dal Salmo 50 
Crea in me, o Dio, un cuore puro.

Crea in me, o Dio, un cuore puro,
rinnova in me uno spirito saldo.
Non scacciarmi dalla tua presenza
e non privarmi del tuo santo spirito.

Rendimi la gioia della tua salvezza,
sostienimi con uno spirito generoso.
Insegnerò ai ribelli le tue vie
e i peccatori a te ritorneranno.

Tu non gradisci il sacrificio;
se offro olocausti, tu non li accetti.
Uno spirito contrito è sacrificio a Dio;
un cuore contrito e affranto tu, o Dio, non disprezzi.

Canto al Vangelo  
Mt 11, 25
Alleluia, alleluia.

Ti rendo lode, Padre,
Signore del cielo e della terra,
perché ai piccoli hai rivelato i misteri del Regno.
Alleluia.

Vangelo   Mt 19, 13-15
Non impedite che i bambini vengano a me; a chi è come loro, infatti, appartiene il regno dei cieli.

Dal vangelo secondo Matteo
In quel tempo, furono portati a Gesù dei bambini perché imponesse loro le mani e pregasse; ma i discepoli li rimproverarono.
Gesù però disse: «Lasciateli, non impedite che i bambini vengano a me; a chi è come loro, infatti, appartiene il regno dei cieli».
E, dopo avere imposto loro le mani, andò via di là.