Poesie

San Filippo Apostolo

Apostolo – Palestina sec. I d.C.

Filippo è nativo di Betsaida, come i due fratelli Pietro e Andrea. È tra i primi discepoli di Gesù.
Era stato già discepolo del Battista. Filippo quindi è galileo. È lui che dice all’amico Natanaele (Bartolomeo) di aver trovato “Colui del quale hanno
scritto Mosè e i Profeti” (Gv 1,45).
È menzionato nei Vangeli di Matteo, Marco e Luca.
In Giovanni viene fuori quando informa Gesù sul costo del pane che occorre per sfamare una folla che è lì da giorni (6, 57).
E’ lui che presenta a Gesù i Greci, che vogliono parlare con Gesù (ib 12, 21).
Il momento più solenne di Filippo si verifica nell’occasione dell’Ultima Cena. “Signore, mostraci il Padre e ci basta”. “Da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai ancora conosciuto, Filippo?”. “… chi ha visto me, ha visto il Padre” (ib 14,8-9).
Negli Atti (1, 15-26) era con la comunità apostolica quando fu eletto Mattia al posto di Giuda. Le sue reliquie furono deposte nella chiesa dei Dodici Apostoli a Roma.

Filippo hai saputo di Simone
e del fratello Andrea già discepoli.
Hanno lasciato tutto: barca, padre
e l’abbondante pesca ed i garzoni.

D’altro mestier ma tuoi concittadini.
Gente di pura fede e di fatica.
Tu sei accolto con lo stesso amore
e godi dell’identica promessa.

La sua parola scende nel profondo.
T’investe della luce sua divina.
Ti nutre nella mente e nello spirito.
Ti senti già felice nel Suo regno.

E come non pensare al vecchio amico?
Lo cerchi fino a quando lo ritrovi
e la notizia muti in un invito.
Ti seguirà, e giunto, crederà.

Natanaele, “vero Israelita!”.
Prenderà posto anch’egli tra i dodici.
Tu quinto e lui è sesto nell’elenco.
Quel giorno stesso disse chi è beato.

Risorto, a cena Lazzaro v’accolse.
Udisti quel profumo delizioso
che irritò l’ipocrita Iscariota.
Ferveva altrove intanto la congiura.

I Greci intervenuti per la Pasqua
ti chiedon di parlare con Gesù.
Consulti Andrea e insieme poi andaste.
Dal Cielo il Padre rende gloria al Figlio.

Facesti il preventivo della spesa
per dare da mangiare ad una folla.
Bilancio esorbitante ed impossibile
per questo Gesù stesso la sfamò.

Il cuore a te si scioglie di dolcezza
quando Gesù vi parla del Padre suo.
Sul viso voi sentite la carezza
ed il suo sguardo scende delizioso.

Con brama di bambino innamorato
rivolgi la domanda al buon Maestro:
– Gesù ci fai vedere il Padre e basta! –
Oh!, quanto è bella e dolce la risposta!

– Filippo mio, tu sei da tanto tempo
con me. M’ascolti e vedi e puoi toccare!
Chi vede me, Filippo, vede il Padre -.
La pace scese piena nel tuo cuore.

Filippo, tu donasti la tua vita
per la parola della Verità
ed ora insieme al volto di Gesù
contempli in Cielo quello di Dio Padre.

P.G. Alimonti OFM cap, Vento impetuoso, vol.I, pp 208-209-210