Poesie

San Filippo Neri

San Filippo Neri
Sac. fondatore
– Firenze 1515 + Roma 26 maggio 1595

Da ragazzo era chiamato Pippo. Figlio di un notaio di Firenze, fu educato alla vita cristiana dalla matrigna e dai Padri Domenicani
del Convento San Marco della sua città. Giovane, si recò a Roma dove rimase per sempre.
Fu testimone di importanti momenti storici: la Riforma, la Contro Riforma, il tramonto del Rinascimento. Conobbe numerosi
santi: Sant’Ignazio di Loyola, San Felice da Cantalice, San Carlo Borromeo, San Camillo de Lellis. Maturò la chiamata alla
vita sacerdotale. Se ne sentiva indegno, ma accettò per obbedienza.
Andò allora ad abitare nella Casa di San Girolamo, dove si dedicò alle confessioni. Con i penitenti iniziò incontri di preghiera e di meditazione nell’Oratorio. Si formò una fraternità di persone di diversi strati sociali, che concretizzavano la Parola del Vangelo in azioni di carità.
È ricordato come il Santo della gioia cristiana. Brillante, arguto, annunciava la Parola di Dio, corredata da un affascinante buonumore. Grande l’amore del Santo per i ragazzi poveri delle borgate, per i quali arrivava anche a mendicare per le strade. Ha avuto un cuore grande, “dilatato” per l’amore a Dio e agli uomini.

Con Dio sincero,
con l’uomo gioioso.
Tu porti il sorriso
di ogni stagione.

Non sogni l’ascesi
con rigide regole.
La via è sicura,
nutrita d’amore.

Sei pio e gentile,
simpatico, arguto;
faceto e vivace,
sei “Pippo” per tutti.

Sei nato a Firenze.
Adotti tu Roma
e Roma t’adotta,
ma senza programma.

Città degli Apostoli
e terra di martiri.
Sostare in preghiera:
ragione di vita.

Tu sei pellegrino
nel centro del mondo.
Ma senti nel cuore,
che qui sei di casa.

Carriera e successo
qui sogna la gente.
Tu brami lo spirito
che dona Gesù.

È Lui che dilata
e riempie il tuo cuore.
La fiamma che arde
è accesa per sempre.

Ti vuol sacerdote,
pastore di anime.
Si prega e si canta
nel tuo oratorio.

E preti e laici
si uniscono a te.
Tu guidi e confessi,
istruisci e conforti.

È in Vallicella
la culla dell’Opera.
Il Papa lo vuole
e tu obbedisci.

Tuttora la gente
ti cerca e ti chiama:
“il Santo più lieto
che Roma ricorda”.

P. G. Alimonti OFM cap, “Vento impetuoso”, Vol. 6, pp 95-96-97