Poesie

Santa Marta di Betania

Marta, sorella di Maria, corse incontro a Gesù che veniva
per risuscitare il fratello Lazzaro e professò la sua
fede: “Io credo che tu sei il Cristo, il Figlio di Dio che deve
venire nel mondo” (Gv 11, 27).
Nella sua casa a Betania ospitò il Maestro con dedizione
generosa.
Gesù la esortò a unire al servizio di ospitalità l’ascolto
della sua Parola (Lc 10, 38-42; Gv 12, 1).

– Vorrei veder! Chi mangia
se anch’io mi siedo lì?
E che brutta figura
faremmo tutt’e due!

Del resto, tu Gesù,
lo puoi capir benissimo,
che neppur io vorrei
perder le tue parole -.

– O cara Marta, ascolta.
Maria non ti lascia
egoisticamente
lì, sola a cucinare.

Maria non può privarsi
delle mie parole.
È fame del suo cuore;
senza, ne morirebbe.

Quando saremo a tavola
tu stessa capirai.
Sarà superfluo il cibo
perché ha già mangiato.

Ti sono grato, Marta,
perché ti dài da fare,
ma se t’affanni troppo,
mi dài un dispiacere.

Fai le cose con calma
e poi vedrai che gioia.
Godrete assieme a me,
che sono qui per voi -.

– Maestro, sì, ma il pranzo? –
– Il pranzo, Marta, è questo:
io sono in casa vostra,
voi siete nel mio cuore.

La gioia di Maria
non toglie nulla a te,
e quello che fai tu
dà gioia pure a lei.

Non toglie ai Cherubini
l’amor dei Serafini.
O estasi o martirio
esige uguale amore! –

– Maestro, hai ragione.
Mi fermo anch’io un istante
per chiederti perdono
e bere dal tuo amore.

Mi scuserà Maria.
Ora mangiamo insieme
e tutto sarà buono
perché sei Tu con noi -.

P. G. Alimonti OFM cap, Vento impetuoso, vol. I, pp 250-251-252