Messa quotidiana

Omelia 1-10-14

 

S. Francesco, Padre Serafico prega per noi

SANTA TERESA DI GESÙ BAMBINO E DEL SANTO VOLTO
Vergine 
Dottore della Chiesa universale
(1873-1897)

«Se non vi convertite e non diventate come fanciulli, non entrerete nel regno dei cieli» (Mt 18,3): è l’ideale evangelico che la Chiesa ripropone ai suoi figli nell’esempio vivo di questa giovane santa. Nata ad Alençon in Normandia (Francia), Teresa Martin ottenne da Leone XIII di entrare a 15 anni nel Carmelo di Lisieux. I nove anni che vi passò furono di una intensità spirituale straordinaria. Scrisse per obbedienza le sue esperienze interiori, fuse poi dalla sorella Celina nella«Storia di un’anima» che ebbe accoglienza eccezionale. La sua «piccola via dell’infanzia spirituale» ha in sé una potenza di dedizione senza limiti: «Non ho mai rifiutato nulla al buon Dio!» indica la forza dell’amore di Dio nel cuore della Chiesa, in cui aveva scoperto la sua «vocazione». I suoi manoscritti pubblicati ora nella loro nativa originalità la fanno conoscere ancora più grande in una gioiosa e mirabile semplicità di vita.
Maestra delle novizie per alcuni anni, è divenuta maestra di vita spirituale autentica secondo lo spirito delle Beatitudini, per tutti. Dio l’ha condotta per mano all’offerta totale di sé all’amore per la salvezza del mondo. Essa continua la sua opera, facendosi presente a chi l’invoca con una ininterrotta «pioggia di rose». Pio XI l’ha dichiarata patrona principale di tutte le missioni.
L’Eucaristia, di cui Teresa aveva scoperto la funzione apostolica, ci offre oggi la possibilità di imitare la santa nella sua volontaria «povertà in spirito» e nella sua ansia universale, soprattutto per le grandi intenzioni della Chiesa missionaria. Cristo che si fa «il più piccolo» nelle nostre assemblee eucaristiche, mediante poco pane e vino consacrati, ci insegna la via sicura per amare tutti: la sua Croce.

Nel cuore della Chiesa io sarò l’amore

Dall’«Autobiografia» di santa Teresa di Gesù Bambino, vergine
(Manuscrits autobiographiques, Lisieux 1957, 227-229)
Siccome le mie immense aspirazioni erano per me un martirio, mi rivolsi alle lettere di san Paolo, per trovarmi finalmente una risposta. Gli occhi mi caddero per caso sui capitoli 12 e 13 della prima lettera ai Corinzi, e lessi nel primo che tutti non possono essere al tempo stesso apostoli, profeti e dottori e che la Chiesa si compone di varie membra e che l’occhio non può essere contemporaneamente la mano. Una risposta certo chiara, ma non tale da appagare i miei desideri e di darmi la pace.
Continuai nella lettura e non mi perdetti d’animo. Trovai così una frase che mi diede sollievo: «Aspirate ai carismi più grandi. E io vi mostrerò una via migliore di tutte» (1 Cor 12, 31). L’Apostolo infatti dichiara che anche i carismi migliori sono un nulla senza la carità, e che questa medesima carità é la via più perfetta che conduce con sicurezza a Dio. Avevo trovato finalmente la pace.
Considerando il corpo mistico della Chiesa, non mi ritrovavo in nessuna delle membra che san Paolo aveva descritto, o meglio, volevo vedermi in tutte. La carità mi offrì il cardine della mia vocazione. Compresi che la Chiesa ha un corpo composto di varie membra, ma che in questo corpo non può mancare il membro necessario e più nobile. Compresi che la Chiesa ha un cuore, un cuore bruciato dall’amore. Capii che solo l’amore spinge all’azione le membra della Chiesa e che, spentp questo amore, gli apostoli non avrebbero più annunziato il Vangelo, i martiri non avrebbero più versato il loro sangue. Compresi e conobbi che l’amore abbraccia in sé tutte le vocazioni, che l’amore é tutto, che si estende a tutti i tempi e a tutti i luoghi, in una parola, che l’amore é eterno.
Allora con somma gioia ed estasi dell’animo grida: O Gesù, mio amore, ho trovato finalmente la mia vocazione. La mia vocazione é l’amore. Si, ho trovato il mio posto nella Chiesa, e questo posto me lo hai dato tu, o mio Dio.
Nel cuore della Chiesa, mia madre, io sarò l’amore ed in tal modo sarò tutto e il mio desiderio si tradurrà in realtà.

 

LITURGIA DELLA PAROLA

Prima Lettura
   Gb 9, 1-12.14-16
Come può un uomo aver ragione innanzi a Dio?

Dal libro di Giobbe
Giobbe rispose ai suoi amici dicendo:
In verità io so che è così:
e come può un uomo aver ragione innanzi a Dio?
Se uno volesse disputare con lui,
non gli risponderebbe una volta su mille.
Saggio di mente, potente per la forza,
chi s’è opposto a lui ed è rimasto salvo?
Trasporta le montagne e non lo sanno,
egli nella sua ira le sconvolge.
Scuote la terra dal suo posto e le sue colonne tremano.
Comanda al sole ed esso non sorge
e alle stelle pone il suo sigillo.
Egli da solo stende i cieli e cammina sulle onde del mare.
Crea l’Orsa e l’Orione,
le Plèiadi e i penetràli del cielo australe.
Fa cose tanto grandi da non potersi indagare, meraviglie da non potersi contare.
Ecco, mi passa vicino e non lo vedo,
se ne va e di lui non m’accorgo.
Se rapisce qualcosa, chi lo può impedire?
Chi gli può dire: «Che fai?».
Tanto meno io potrei rispondergli, trovare parole da dirgli!
Se avessi anche ragione, non risponderei,
al mio giudice dovrei domandare pietà.
Se io lo invocassi e mi rispondesse,
non crederei che voglia ascoltato la mia voce.   

Salmo Responsoriale   Dal Salmo 87 
A te, Signore, sale la mia preghiera. 

Tutto il giorno ti chiamo, Signore,
verso di te protendo le mie mani.
Compi forse prodigi per i morti?
O sorgono le ombre a darti lode?

Si celebra forse la tua bontà nel sepolcro,
la tua fedeltà negli inferi?
Nelle tenebre si conoscono forse i tuoi prodigi,
la tua giustizia nel paese dell’oblio?

Ma io a te, Signore, grido aiuto,
e al mattino giunge a te la mia preghiera.
Perché, Signore, mi respingi,
perché mi nascondi il tuo volto?  
  

Canto al Vangelo 
  Cf Fil 3,7-9
Alleluia, alleluia.

Tutto considero una perdita e tutto lascio indietro,
per conquistare Cristo ed essere trovato in lui.
Alleluia.

Vangelo
   Lc 9, 57-62
Ti seguirò dovunque tu vada.

Dal vangelo secondo Luca
In quel tempo, mentre andavano per la strada, un tale disse a Gesù: «Ti seguirò dovunque tu vada».
Gesù gli rispose: «Le volpi hanno le loro tane e gli uccelli del cielo i loro nidi, ma il Figlio dell’uomo non ha dove posare il capo».
A un altro disse: «Séguimi». E costui rispose: «Signore, concedimi di andare a seppellire prima mio padre».
Gesù replicò: «Lascia che i morti seppelliscano i loro morti; tu và e annunzia il regno di Dio».
Un altro disse: «Ti seguirò, Signore, ma prima lascia che io mi congedi da quelli di casa».
Ma Gesù gli rispose: «Nessuno che ha messo mano all’aratro e poi si volge indietro, è adatto per il regno di Dio».