Messa quotidiana

Omelia 26-6-16

Dolce Cuore del mio GesĂą fa’ che io t’ami sempre piĂą, dolce Cuore di Maria siate la salvezza dell’anima mia

XIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

Anno C

 Cristiano è chi ha scelto Cristo e lo segue

In tutte le religioni i grandi maestri di spirito hanno avuto discepoli assidui al loro insegnamento e preoccupati di raccogliere le loro parole. Questo fenomeno lo troviamo anche nella Bibbia (la lettura), quantunque si configuri in modo del tutto particolare vivendo il popolo in un regime di alleanza e di fede. L’alleanza non si fonda su tradizioni da maestro a discepolo, ma su se stessa. Certo il popolo eletto ha bisogno di guide che lo orientino nella lettura di fede degli eventi. Ma questa necessità è provvisoria e i profeti stessi auspicano un avvenire in cui Dio stesso ammaestrerà i cuori senza la mediazione di maestri terreni (Ger 31,31-34), e tutti saranno discepoli di Dio (Is 54,13).

Chiamati a condividere il destino di GesĂą
Gesù durante tutto il suo ministero si presenta come un rabbì, un maestro, che raduna attorno a sé dei discepoli.
Il chiamato, per poter collaborare alla missione divina del Messia, deve esser pronto a condividere la vita e il destino di GesĂą, riconoscendolo e accettandolo come scelta di vita. Non si tratta quindi tanto di aderire a una dottrina, ma di legarsi alla sua persona.
La vita in comune col «Maestro » trasforma il « discepolo » in collaboratore: GesĂą lo prepara a questo compito e lo mette in grado di diffondere con poteri divini il richiamo di Dio ad Israele… I dodici espletano un’altra funzione: sono espressione vivente del richiamo messianico rivolto da GesĂą a tutto Israele. L’atto di seguire rappresenta per essi in certo modo una professione. Per questo devono abbandonare quello che precedentemente esercitavano.

Lasciare tutto per seguirlo
I sinottici, raccontando gli incontri storici di GesĂą con coloro che egli invita a seguirlo, ne fanno un appello vivo per i cristiani. Luca ad esempio (vangelo) lascia anonimi gli interpellati e non riporta la loro risposta: tutti gli uomini devono essi stessi sentirsi chiamati in causa, dare una risposta, prendere una decisione.
Così Luca, da una parte, collegando con chiari riferimenti letterali la chiamata dei discepoli all’Antico Testamento, dice che Gesù « compie » le Scritture (è il Messia); d’altra parte, con gli accorgimenti sopra indicati, presenta gli incontri storici con Gesù come « profezia » che attende un compimento nei cristiani. Essi sono i discepoli del Cristo Risorto e lo incontrano nella parola, nei sacramenti, nel prossimo.
Ogni cristiano deve seguire Gesù nel distacco dai beni materiali per essere libero e disponibile, nel disprezzo di tutto ciò che è male ed infine nel rifiuto di ogni attaccamento ai passato (Fil 3,12.14).

Credere in lui e aderire a lui
Per Giovanni ciò che definisce il discepolo di Gesù è esplicitamente la fede (Gv 1,41; 2,1-11; 6,6-7). Senza fede anche la comunanza terrena con Gesù avrà rapidamente fine. Un camminare con Gesù basato unicamente su motivi umani conduce fatalmente alla catastrofe della defezione (Gv 6,66). Questa fede trova la sua verifica nell’amore fraterno, che è il distintivo dei discepoli e il vero segno « rivelatore » per il mondo (Gv 13,14ss).
Ma l’elemento specifico dei rapporto del discepolo con Cristo, che lo rende diverso da qualunque altro rapporto fra maestro e discepolo, è un’adesione assoluta, incondizionata e definitiva alla persona di Cristo. Nessun valore, nessuna legge, nessun rapporto umano per quanto stretto può essere anteposto a lui. Egli si pone come significato totale della vita. Non chiede tanto l’accettazione di una dottrina astratta, ma la scelta della sua persona.
«Dio non si impone all’uomo. Lo chiama invece a diventare corresponsabile di quella vita che per grazia gli offre nel pieno rispetto della libertà. La sua parola che invita a conversione aspetta una risposta di fede. Solo mediante la fede l’uomo si rende disponibile al piano di salvezza che il Signore ha tracciato per lui e per il mondo. Per abitudine pensiamo alla fede più come a un elenco di verità astratte da credere che a un impegno di vita responsabile e coerente. Ma la fede non è solo un atto con il quale si contempla la luce della verità; è vita nuova che trasforma e salva. Sulla esperienza autentica della Chiesa è possibile capirne l’importanza; solo la Chiesa infatti ha la pienezza della fede » (CdA, pag. 203). « Cristiano è chi ha scelto Cristo e lo segue. In questa decisione fondamentale per Gesù Cristo, è contenuta e compiuta ogni altra esigenza di conoscenza e di azione della fede» (RdC 57).
L’adesione incondizionata alla persona di Gesù, l’obbedienza assoluta a lui è un atto liberatore. Chi segue Cristo è veramente un uomo libero, senza padroni. Un uomo libero dalla schiavitù delle cose, del potere, del denaro, del sesso, libero soprattutto da se stesso.

Noi predichiamo Cristo a tutta la terra

Dai «Discorsi» di Paolo VI, papa  (Manila, 29 novembre 1970)
«Guai a me se non predicassi il Vangelo!» (1 Cor 9, 16). Io sono mandato da lui, da Cristo stesso per questo. Io sono apostolo, io sono testimone. Quanto piĂą è lontana la meta, quanto piĂą difficile è la mia missione, tanto piĂą urgente è l’amore che a ciò mi spinge. Io devo confessare il suo nome: GesĂą è il Cristo, Figlio di Dio vivo (cfr. Mt 16, 16). Egli è il rivelatore di Dio invisibile, è il primogenito d’ogni creatura (cfr. Col 1, 15). E’ il fondamento d’ogni cosa (cfr. Col 1, 12). Egli è il Maestro dell’umanitĂ , e il Redentore. Egli è nato, è morto, è risorto per noi. Egli è il centro della storia e del mondo. Egli è colui che ci conosce e che ci ama. Egli è il compagno e l’amico della nostra vita. Egli è l’uomo del dolore e della speranza. E’ colui che deve venire e che deve un giorno essere il nostro giudice e, come noi speriamo, la pienezza eterna della nostra esistenza, la nostra felicitĂ . Io non finirei piĂą di parlare di lui. Egli è la luce, è la veritĂ , anzi egli è «la via, la veritĂ , la vita» (Gv 14, 6). Egli è il pane, la fonte d’acqua viva per la nostra fame e per la nostra sete, egli è il pastore, la nostra guida, il nostro esempio, il nostro conforto, il nostro fratello. Come noi, e piĂą di noi, egli è stato piccolo, povero, umiliato, lavoratore e paziente nella sofferenza. Per noi egli ha parlato, ha compiuto miracoli, ha fondato un regno nuovo, dove i poveri sono beati, dove la pace è principio di convivenza, dove i puri di cuore e i piangenti sono esaltati e consolati, dove quelli che aspirano alla giustizia sono rivendicati, dove i peccatori possono essere perdonati, dove tutti sono fratelli.
GesĂą Cristo: voi ne avete sentito parlare, anzi voi, la maggior parte certamente, siete giĂ  suoi, siete cristiani. Ebbene, a voi cristiani io ripeto il suo nome, a tutti io lo annunzio: GesĂą Cristo è il principio e la fine; l’alfa e l’omega. Egli è il re del nuovo mondo. Egli è il segreto della storia. Egli è la chiave dei nostri destini. Egli è il mediatore, il ponte fra la terra e il cielo; egli è per antonomasia il Figlio dell’uomo, perchĂ© egli è il Figlio di Dio, eterno, infinito; è il Figlio di Maria, la benedetta fra tutte le donne, sua madre nella carne, madre nostra nella partecipazione allo Spirito del Corpo mistico.
Gesù Cristo! Ricordate: questo è il nostro perenne annunzio, è la voce che noi facciamo risuonare per tutta la terra, e per tutti i secoli dei secoli.

 

LITURGIA DELLA PAROLA

Prima Lettura  1 Re 19, 16. 19-21
Eliseo si alzò e seguì Elia.

Dal primo libro dei Re
In quei giorni, il Signore disse a Elìa: «Ungerai Eliseo, figlio di Safat, di Abel-Mecolà, come profeta al tuo posto».
Partito di lì, Elìa trovò Eliseo, figlio di Safat. Costui arava con dodici paia di buoi davanti a sé, mentre egli stesso guidava il dodicesimo. Elìa, passandogli vicino, gli gettò addosso il suo mantello.
Quello lasciò i buoi e corse dietro a Elìa, dicendogli: «Andrò a baciare mio padre e mia madre, poi ti seguirò». Elìa disse: «Va’ e torna, perché sai che cosa ho fatto per te».
Allontanatosi da lui, Eliseo prese un paio di buoi e li uccise; con la legna del giogo dei buoi fece cuocere la carne e la diede al popolo, perché la mangiasse. Quindi si alzò e seguì Elìa, entrando al suo servizio.

Salmo Responsoriale 
 Dal Salmo 15
Sei tu, Signore, l’unico mio bene.

Proteggimi, o Dio: in te mi rifugio.
Ho detto al Signore: «Il mio Signore sei tu».
Il Signore è mia parte di eredità e mio calice:
nelle tue mani è la mia vita.

Benedico il Signore che mi ha dato consiglio;
anche di notte il mio animo mi istruisce.
Io pongo sempre davanti a me il Signore,
sta alla mia destra, non potrò vacillare.

Per questo gioisce il mio cuore
ed esulta la mia anima;
anche il mio corpo riposa al sicuro,
perché non abbandonerai la mia vita negli inferi,
né lascerai che il tuo fedele veda la fossa.

Mi indicherai il sentiero della vita,
gioia piena alla tua presenza,
dolcezza senza fine alla tua destra.

Seconda Lettura  Gal 5, 1.13-18
Siete stati chiamati alla libertĂ 

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai GĂ lati
Fratelli, Cristo ci ha liberati per la libertĂ ! State dunque saldi e non lasciatevi imporre di nuovo il giogo della schiavitĂą.
Voi infatti, fratelli, siete stati chiamati a libertà. Che questa libertà non divenga però un pretesto per la carne; mediante l’amore siate invece a servizio gli uni degli altri. Tutta la Legge infatti trova la sua pienezza in un solo precetto: «Amerai il tuo prossimo come te stesso». Ma se vi mordete e vi divorate a vicenda, badate almeno di non distruggervi del tutto gli uni gli altri!
Vi dico dunque: camminate secondo lo Spirito e non sarete portati a soddisfare il desiderio della carne. La carne infatti ha desideri contrari allo Spirito e lo Spirito ha desideri contrari alla carne; queste cose si oppongono a vicenda, sicché voi non fate quello che vorreste.
Ma se vi lasciate guidare dallo Spirito, non siete sotto la Legge.

Canto al Vangelo
  1Sam 3,9; Gv 6,68
Alleluia, alleluia.

Parla, Signore, perché il tuo servo ti ascolta:
tu hai parole di vita eterna.
Alleluia.

  
Vangelo
  Lc 9, 51-62
Prese la ferma decisione di mettersi in cammino verso Gerusalemme. Ti seguirò ovunque tu vada.

Dal vangelo secondo Luca
Mentre stavano compiendosi i giorni in cui sarebbe stato elevato in alto, Gesù prese la ferma decisione di mettersi in cammino verso Gerusalemme e mandò messaggeri davanti a sé.
Questi si incamminarono ed entrarono in un villaggio di Samaritani per preparargli l’ingresso. Ma essi non vollero riceverlo, perché era chiaramente in cammino verso Gerusalemme. Quando videro ciò, i discepoli Giacomo e Giovanni dissero: «Signore, vuoi che diciamo che scenda un fuoco dal cielo e li consumi?». Si voltò e li rimproverò. E si misero in cammino verso un altro villaggio.
Mentre camminavano per la strada, un tale gli disse: «Ti seguirò dovunque tu vada». E Gesù gli rispose: «Le volpi hanno le loro tane e gli uccelli del cielo i loro nidi, ma il Figlio dell’uomo non ha dove posare il capo».
A un altro disse: «Seguimi». E costui rispose: «Signore, permettimi di andare prima a seppellire mio padre». Gli replicò: «Lascia che i morti seppelliscano i loro morti; tu invece va’ e annuncia il regno di Dio».
Un altro disse: «Ti seguirò, Signore; prima però lascia che io mi congedi da quelli di casa mia». Ma Gesù gli rispose: «Nessuno che mette mano all’aratro e poi si volge indietro, è adatto per il regno di Dio».