Messa quotidiana

Omelia 28-6-16

Sacro Cuore di Gesù insegnaci ad amare secondo il tuo Cuore

SANT’IRENEO VESCOVO

“Irenoeo Martyri tuo atque Pontifici tribuisti, ut et veritate doctrinae expugnaret haereses, et pacem Ecclesiae feliciter confirmaret”. (Dalla preghiera della festa). Sant’Ireneo è un santo le cui origini, l’esistenza e l’azione, ci interessano particolarmente. Egli è nato a Smirne nel 130, è stato discepolo di San Policarpo, discepolo a sua volta di San Giovanni. La fede di Ireneo e il suo credo fu, quindi, tra i più puri discendendo direttamente dal verbo proferito dagli apostoli. È stato Vescovo di Lione nelle Gallie, attuale Francia. Teologo e scrittore, è restato sempre molto unito al Papa san Vittore I ed ha terminato la sua vita col martirio. La Preghiera liturgica della sua festa lo presenta, a giusto titolo, come un campione della fede e distingue tre aspetti della sua grande figura che si proietta in una luce sfavillante al di sopra dell’Oriente, di Roma e delle Gallie : la verità della sua dottrina, la sua opera evangelizzatrice, il suo martirio. La Verità della sua Dottrina è fatta dalla sua fedeltà alla Tradizione della Chiesa primitiva, della sua scienza teologica e del suo zelo di difendere “contro gli Eretici”, la fede tale come l’ha insegnata Cristo, tale come l’hanno trasmessa gli Apostoli. Questo non è un aspetto secondario dell’esistenza d’Ireneo e della storia religiosa della Francia quello della formazione cristiana del futuro Vescovo di Lione sia stata assicurata da un Policarpo, vescovo di Smirne, lui stesso discepolo dell’Apostolo Amatissimo, San Giovanni. La lunga frequentazione di Maria presso San Giovanni a Gerusalemme, dopo il Calvario, lo scambio di vedute tra la Madre di Gesù ed il suo Apostolo prediletto, danno alla figliolanza spirituale di Ireneo un aspetto d’una tradizione mariana ed evangelica d’un prezzo incomparabile. La Chiesa di Lione, il suo irradiamento sulle prime chiese di Francia saranno state marcate da delle influenze d’un carattere eccezionale.
Opera pacificatrice nella Chiesa, ecco il secondo compito della dottrina d’Ireneo, dei suoi scritti, delle sue predicazioni, di tutto il suo apostolato. La propensione dell’uomo all’errore, le sue discussioni, intorno alla fede non mancano d’impressionare il pensatore sganciato da cattive passioni. In piena persecuzione, di fronte ad una Chiesa che si sta formando in mezzo alla lotta ed alla sofferenza, alcuni spiriti sono alla ricerca di novità, d’interpretazioni strane dai testi, di opposizioni a delle tradizioni vive della Chiesa di Dio, d’indocilità evidente di fronte ai capi religiosi. San Paolo se n’era già lamentato. Verso la fine del II secolo, Ireneo non solo rifiuta le eresie ma s’avvera già un campione dell’unità della fede, il campione del Papato, del Vescovo di Roma.
Il martirio venne a perfezionare, nel 202, ai primi inizi del III secolo, questa bella vita di vescovo e di apostolo, dando alla Chiesa di Lione e, da essa, alle chiese fondate dalle cure dei suoi vescovi, un esempio magnifico della forza e della fedeltà nella fede.
Signore, vi sono nella vita di fede, così costantemente reclamata da voi, da parte dei vostri discepoli, due elementi che ne fanno il profondo e soprannaturale valore : sono la forza e la purezza. Forza della fede in una certezza ed una convinzione che escludono il dubbio, l’esitazione, la minimizzazione delle nude verità. Purezza della fede nel rigetto delle teorie sballate dottrinalmente, dei sentimenti che alterano o corrompono il contenuto divino di queste stesse verità.
La Chiesa conta, tra i più antichi santi dei suoi primi secoli, autentici rappresentanti del suo vero spirito di fede. Sant’Ireneo è certamente uno di questi grandi avi spirituali della Francia, ch’egli ha segnato profondamente col suo sapere, con la sua fedeltà nella dottrina, con la sua santità di vita. Ireneo muore il 28 giugno del 202 durante le persecuzioni che i cristiani subirono sotto l’imperatore Settimio Severo. La Chiesa lo venera come martire in seguito alla testimonianza lasciateci da san Girolamo che per primo nel 410 gli conferì questo titolo.

Autore: Don Marcello Stanzione

LITURGIA DELLA PAROLA

Prima Lettura  Am 3,1-8; 4,11-12
Il Signore Dio ha parlato: chi può non profetare?

Dal libro del profeta Amos
Ascoltate questa parola
che il Signore ha detto riguardo a voi, Israeliti,
e riguardo a tutta la stirpe che ho fatto uscire dall’Egitto:
«Soltanto voi ho eletto tra tutte le stirpi della terra;
perciò io vi farò scontare tutte le vostre iniquità».
Camminano forse due uomini insieme
senza essersi messi d’accordo?
Ruggisce forse il leone nella foresta, se non ha qualche preda?
Il leoncello manda un grido dalla sua tana se non ha preso nulla?
Cade forse l’uccello a terra, se non gli è stata tesa un’insidia?
Scatta forse la tagliola dal suolo, se non ha preso qualche cosa?
Risuona forse la tromba nella città,
senza che il popolo si metta in allarme?
Avviene forse nella città una sventura,
che non sia causata dal Signore?
In verità, il Signore non fa cosa alcuna
senza aver rivelato il suo consiglio ai suoi servitori, i profeti.
Ruggisce il leone: chi mai non trema?
Il Signore Dio ha parlato: chi può non profetare?
Vi ho travolti come Dio aveva travolto Sòdoma e Gomorra;
eravate come un tizzone strappato da un incendio:
e non siete ritornati a me dice il Signore.
Perciò ti tratterò così, Israele!
Poiché questo devo fare di te,
prepàrati all’incontro con il tuo Dio, o Israele!  

Salmo Responsoriale   Dal Salmo 5
Guidami, Signore, sulla via della giustizia.

Tu non sei un Dio che si compiace del male;
presso di te il malvagio non trova dimora;
gli stolti non sostengono il tuo sguardo.

Tu detesti chi fa il male,
fai perire i bugiardi.
Il Signore detesta sanguinari e ingannatori.

Io per la tua grande misericordia
entrerò nella tua casa;
mi prostrerò con timore nel tuo santo tempio. 

Canto al Vangelo  Cf Sal 120,5.8 
Alleluia, alleluia.

Il Signore è il tuo custode, veglia su di te;
egli sta alla tua destra: non lascerà vacillare il tuo piede.
Alleluia.

Vangelo   Mt 8, 23-27
Levatosi, sgridò i venti e il mare e si fece una grande bonaccia. 

Dal vangelo secondo Matteo
In quel tempo, essendo Gesù salito su una barca, i suoi discepoli lo seguirono. Ed ecco scatenarsi nel mare una tempesta così violenta che la barca era ricoperta dalle onde; ed egli dormiva.
Allora, accostatisi a lui, lo svegliarono dicendo: «Salvaci, Signore, siamo perduti!».
Ed egli disse loro: «Perché avete paura, uomini di poca fede?» Quindi levatosi, sgridò i venti e il mare e si fece una grande bonaccia.
I presenti furono presi da stupore e dicevano: «Chi è mai costui al quale i venti e il mare obbediscono?».