Messa quotidiana

Omelia 31-10-14

 

Maria, Regina del Rosario prega per noi

 

BEATO ANGELO D’ACRI, Cappuccino

Era il 19 Ottobre del 1669 quando in Acri in provincia di Cosenza nasceva Lucantonio Falcone. Poveri i genitori, ma ricchi di virtù cristiane.
Singolare, anzi forse unica, nella storia dei Religiosi, fu la sua vocazione.
A diciotto anni chiese ed ottenne di farsi Frate Cappuccino, ma oppresso da dubbi ed incertezze per due volte lasciò il noviziato, depose l’abito religioso e ritornò a casa dove pensava di costruirsi una vita al pari degli altri. Pur circondato dall’affetto della tenerissima madre, il suo cuore restava inquieto, perché i disegni di Dio su di lui erano diversi. Rientrò in convento per la terza volta e misticamente moriva Lucantonio Falcone e nasceva Frate Angelo d’Acri. A passi da gigante percorse tutte le tappe di vita religiosa che lo portarono al Sacerdozio, il 10 Aprile del 1700, nell’antica Cattedrale di Cassano Jonio.
Sulle sue spalle montanare subito caddero pesanti responsabilità e delicati incarichi che assolse con impegno e successo; fu Superiore Provinciale dei Cappuccini e per il suo modo di governo venne chiamato l'”Angelo della pace”, ma, la predicazione sistematica, è stato il ministero principale di servizio reso alla Chiesa e all’Ordine Cappuccino per quaranta anni. Era divenuto il missionario più ricercato ed ascoltato dell’Italia meridionale tanto che si diceva che quando predicava, “nelle case non ci restavanu mancu li gatti”.
La vita del beato Angelo d’Acri, è stata una rappresentazione vivente di Gesù, non tanto esteriore, ma interiore. Le testimonianze giurate ricordano come recitava a memoria la Sacra Scrittura e come ne faceva sempre uso nell’evangelizzazione del popolo.
Il 30 Ottobre 1739, fisicamente sfinito dalle fatiche apostoliche, se ne volava al Cielo. Il 18 Dicembre 1825, Papa Leone XII proclamò Beato il Cappuccino di Acri. Il suo corpo, ricomposto, è oggetto di quotidiana venerazione nella Basilica a Lui dedicata.

Autore: Carmelo Randello

PRIMA LETTURA (Fil 1,1-11)
Colui il quale ha iniziato in voi quest’opera buona, la porterà a compimento fino al giorno di Cristo Gesù.

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Filippesi
Paolo e Timòteo, servi di Cristo Gesù, a tutti i santi in Cristo Gesù che sono a Filippi, con i vescovi e i diaconi: grazia a voi e pace da Dio, Padre nostro, e dal Signore Gesù Cristo.
Rendo grazie al mio Dio ogni volta che mi ricordo di voi. Sempre, quando prego per tutti voi, lo faccio con gioia a motivo della vostra cooperazione per il Vangelo, dal primo giorno fino al presente. Sono persuaso che colui il quale ha iniziato in voi quest’opera buona, la porterà a compimento fino al giorno di Cristo Gesù.
È giusto, del resto, che io provi questi sentimenti per tutti voi, perché vi porto nel cuore, sia quando sono in prigionia, sia quando difendo e confermo il Vangelo, voi che con me siete tutti partecipi della grazia. Infatti Dio mi è testimone del vivo desiderio che nutro per tutti voi nell’amore di Cristo Gesù.
E perciò prego che la vostra carità cresca sempre più in conoscenza e in pieno discernimento, perché possiate distinguere ciò che è meglio ed essere integri e irreprensibili per il giorno di Cristo, ricolmi di quel frutto di giustizia che si ottiene per mezzo di Gesù Cristo, a gloria e lode di Dio.
Parola di Dio.

SALMO RESPONSORIALE (Dal Salmo 110)
R. Grandi sono le opere del Signore.

Renderò grazie al Signore con tutto il cuore,
tra gli uomini retti riuniti in assemblea.
Grandi sono le opere del Signore:
le ricerchino coloro che le amano. R.

Il suo agire è splendido e maestoso,
la sua giustizia rimane per sempre.
Ha lasciato un ricordo delle sue meraviglie:
misericordioso e pietoso è il Signore. R.

Egli dà il cibo a chi lo teme,
si ricorda sempre della sua alleanza.
Mostrò al suo popolo la potenza delle sue opere,
gli diede l’eredità delle genti. R.

CANTO AL VANGELO (Gv 10,27)
R. Alleluia, alleluia.
Le mie pecore ascoltano la mia voce, dice il Signore,
e io le conosco ed esse mi seguono.
R. Alleluia.

VANGELO (Lc 14,1-6)
Chi di voi, se un figlio o un bue gli cade nel pozzo, non lo tirerà fuori subito in giorno di sabato?

+ Dal Vangelo secondo Luca
Un sabato Gesù si recò a casa di uno dei capi dei farisei per pranzare ed essi stavano a osservarlo. Ed ecco, davanti a lui vi era un uomo malato di idropisìa.
Rivolgendosi ai dottori della Legge e ai farisei, Gesù disse: «È lecito o no guarire di sabato?». Ma essi tacquero. Egli lo prese per mano, lo guarì e lo congedò.
Poi disse loro: «Chi di voi, se un figlio o un bue gli cade nel pozzo, non lo tirerà fuori subito in giorno di sabato?». E non potevano rispondere nulla a queste parole.
Parola del Signore.