Messa quotidiana

Santa Messa 14-1-24

II DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO
Anno B

Seguire GesĂą

Le scene di chiamata (Es 3; Is 6; Ger 1…) sono tra le pagine piĂą vive della Bibbia. Ci rivelano Dio nella sua maestĂ  e nel suo mistero, e l’uomo in tutta la sua veritĂ : nella sua paura e generositĂ , nei suoi atteggiamenti di resistenza e accettazione…

Il piano di Dio

Ogni uomo, per il fatto stesso di essere al mondo, è in stato di «vocazione». Attraverso le vie misteriose degli eventi umani più ordinari e oscuri, Dio lo chiama all’esistenza per un suo particolare progetto di amore. La vocazione infatti, come l’esistenza, è sempre una chiamata personale. Dio non costruisce gli uomini in serie; non usa lo stampo: parla a ciascuno personalmente.

Scoprire la propria vocazione significa scoprire il progetto di vita che Dio ha su ciascuno di noi, perché l’iniziativa è sempre di Dio. «Parla, perché il tuo servo ti ascolta» (prima lettura). «Ecco, io vengo, Signore, per fare la tua volontà» (salmo responsoriale). Approfondire l’iniziativa preveniente di Dio porta con sé tutto un processo di interiorizzazione e di scoperta progressiva delle esigenze spirituali e morali della propria vocazione (seconda lettura).

Il binomio di «chiamata» e di «sequela Christi» rappresenta, d’altronde, una delle categorie fondamentali della vita cristiana, la cui struttura è chiaramente dialogica, fatta cioè di domanda e di risposta, di appelli che passano attraverso le vicende della vita e di risposte che si esprimono non solo in professioni di fede o in preghiera, ma in scelte di vita e in continua disponibilità del cuore. La categoria del dialogo esprime anche un’altra caratteristica fon­damentale della vita cristiana: la dinamicità. Il cristiano non è colui che ha in tasca la soluzione di tutti i problemi, che possiede come una specie, di assicurazione sulla vita di fronte agli interrogativi del presente e del futuro. Egli si sente, al contrario, come un uomo in ricerca, le cui certezze sono continuamente messe in questione dagli avvenimenti. E tuttavia il suo legame con Cristo fa di lui un ricercatore originale, perché il suo cammino in qualche modo è già stato tracciato e percorso, e la mèta è raggiungibile.
Camminare insieme

Anche se l’appello di Cristo si fa sentire come invito personale e si chiarisce nel cuore di una intimità sempre nuova e irripetibile, esso apre sempre la strada a una esperienza comunitaria.

L’incontro personale con Gesù suscita l’incontro personale e comunitario con tutti coloro che hanno fatto l’esperienza di questo incontro, e dà l’avvio alla costituzione di una comunità nella quale il vivere insieme e il « seguire » insieme Gesù diventa una caratteristica essenziale. Accanto alla vocazione personale c’è, quindi, la vocazione a far parte di un popolo che si chiama Chiesa: ekklesía, che vuoi dire appunto, la «convocata», la «eletta», la «chiamata».

« Vieni e seguimi »

Questo invito risuona oggi come venti secoli fa. Ma quali resistenze non solleva nell’uomo moderno? La parola «seguire» non richiama immediatamente un atteggiamento mediocre, di conformismo, di mancanza di fantasia, di creativitĂ , di personalitĂ ? Si segue la moda, il partito vincente, l’opinione di chi grida piĂą forte o parla per ultimo… Chi «segue» rinuncia a vedere con i propri occhi, vende il cervello all’ammasso, considera un lusso avere opinioni. Ci chiama forse a queste cose l’invito di GesĂą? A rinunciare alla libertĂ  creatrice, ad ogni iniziativa personale, per camminare dietro a lui come servitori muti e docili, anche se guardano in alto e cantano con entusiasmo?

Guardiamo a quello che ha fatto lui. Egli ha seguito fedelmente la volontĂ  del Padre suo, tanto che sul punto di morte ha gridato: «Tutto è compiuto!». Ma questa volontĂ  faceva di lui un uomo libero. Egli ha proclamato al mondo una parola nuova, creatrice, quella appunto che aveva ascoltato dal Padre suo. Se egli chiama dei discepoli a seguirlo è soltanto per dire loro: «Come il Padre ha mandato me così io mando voi». Il seguire GesĂą e l’essere mandato è uno stesso movimento. Proprio perchĂ© gli apostoli hanno seguito GesĂą, sono stati inviati in tutto il mondo. Legati a lui, liberi da qualunque legame con le tradizioni e con qualunque potenza di questo mondo, essi hanno creato delle comunitĂ  nuove, fatte di uomini liberi e fratelli. Seguire vuoi dire, dunque, andare avanti, creare. Non da soli, ma insieme con lui, e rimanendo in comunione con tutti coloro che lo seguono e sono legati a lui da questo legame unico e molteplice che è stato creato dalla sua chiamata. Chi si siede o si adagia nelle proprie abitudini, chi si integra in un sistema perfetto, dove tutto è previsto e predeterminato…, questi non segue piĂą, perchĂ© non ascolta piĂą la voce di GesĂą che lo precede nel cammino e lo invita a lasciare le false sicurezze per una ricerca sempre rinnovata. Il Signore ci chiama ogni giorno e la nostra risposta deve essere sempre nuova.

La perfetta armonia frutto della concordia

Dalla «Lettera agli Efesini» di sant’Ignazio di Antiochia, vescovo e martire 

(Capp. 2, 2 – 5, 2; Funk 1, 175-177)
E’ vostro dovere rendere gloria in tutto a GesĂą Cristo, che vi ha glorificati; così uniti in un’unica obbedienza, sottomessi al vescovo e al collegio dei presbiteri, conseguirete una perfetta santitĂ .
Non vi do ordini, come se fossi un personaggio importante. Sono incatenato per il suo nome, ma non sono ancora perfetto in Gesù Cristo. Appena ora incomincio ad essere un suo discepolo e parlo a voi come a miei condiscepoli. Avevo proprio bisogno di essere preparato alla lotta da voi, dalla vostra fede, dalle vostre esortazioni, dalla vostra pazienza e mansuetudine. Ma, poiché la carità non mi permette di tacere con voi, vi ho prevenuti esortandovi a camminare insieme secondo la volontà di Dio. Gesù Cristo, nostra vita inseparabile, opera secondo la volontà del Padre, come i vescovi, costituiti in tutti i luoghi, sino ai confini della terra, agiscono secondo la volontà di Gesù Cristo.
Perciò procurate di operare in perfetta armonia con il volere del vostro vescovo, come giĂ  fate. Infatti il vostro venerabile collegio dei presbiteri, degno di Dio, è così armonicamente unito al vescovo, come le corde alla cetra. In tal modo nell’accordo dei vostri sentimenti e nella perfetta armonia del vostro amore fraterno, s’innalzerĂ  un concerto di lodi a GesĂą Cristo. Ciascuno di voi si studi di far coro. Nell’armonia della concordia e all’unisono con il tono di Dio per mezzo di GesĂą Cristo, ad una voce inneggiate al Padre, ed egli vi ascolterĂ  e vi riconoscerĂ , dalle vostre buone opere, membra del Figlio suo. Rimanete in un’unitĂ  irreprensibile, per essere sempre partecipi di Dio. Se io in poco tempo ho contratto con il vostro vescovo una così intima familiaritĂ , che non è umana, ma spirituale, quanto piĂą dovrò stimare felici voi che siete a lui strettamente congiunti come la Chiesa a GesĂą Cristo e come GesĂą Cristo al Padre nell’armonia di una totale unitĂ ! Nessuno s’inganni: chi non è all’interno del santuario, resta privo del pane di Dio. E se la preghiera fatta da due persone insieme ha tanta efficacia, quanto piĂą non ne avrĂ  quella del vescovo e di tutta la Chiesa?

   

LITURGIA DELLA PAROLA

Prima Lettura  1 Sam 3, 3b-10. 19

Parla, Signore, perché il tuo servo ti ascolta.

Dal primo libro di Samuèle

In quei giorni, Samuèle dormiva nel tempio del Signore, dove si trovava l’arca di Dio.
Allora il Signore chiamò: «Samuèle!» ed egli rispose: «Eccomi», poi corse da Eli e gli disse: «Mi hai chiamato, eccomi!». Egli rispose: «Non ti ho chiamato, torna a dormire!». Tornò e si mise a dormire.
Ma il Signore chiamò di nuovo: «Samuèle!»; Samuèle si alzò e corse da Eli dicendo: «Mi hai chiamato, eccomi!». Ma quello rispose di nuovo: «Non ti ho chiamato, figlio mio, torna a dormire!». In realtà Samuèle fino allora non aveva ancora conosciuto il Signore, né gli era stata ancora rivelata la parola del Signore.
Il Signore tornò a chiamare: «Samuèle!» per la terza volta; questi si alzò nuovamente e corse da Eli dicendo: «Mi hai chiamato, eccomi!». Allora Eli comprese che il Signore chiamava il giovane. Eli disse a Samuèle: «Vattene a dormire e, se ti chiamerĂ , dirai: “Parla, Signore, perchĂ© il tuo servo ti ascolta”». Samuèle andò a dormire al suo posto.
Venne il Signore, stette accanto a lui e lo chiamò come le altre volte: Samuèle, Samuèle!». Samuèle rispose subito: «Parla, perché il tuo servo ti ascolta».
Samuèle crebbe e il Signore fu con lui, né lasciò andare a vuoto una sola delle sue parole.

    

Salmo Responsoriale  Dal Salmo 39
Ecco, Signore, io vengo per fare la tua volontĂ .

 

Ho sperato, ho sperato nel Signore,
ed egli su di me si è chinato,
ha dato ascolto al mio grido.
Mi ha messo sulla bocca un canto nuovo,
una lode al nostro Dio.

Sacrificio e offerta non gradisci,
gli orecchi mi hai aperto,
non hai chiesto olocausto né sacrificio per il peccato.
Allora ho detto: «Ecco, io vengo».

«Nel rotolo del libro su di me è scritto
di fare la tua volontĂ :
mio Dio, questo io desidero;
la tua legge è nel mio intimo».

Ho annunciato la tua giustizia
nella grande assemblea;
vedi: non tengo chiuse le labbra,
Signore, tu lo sai.

     

Seconda Lettura  1 Cor 6, 13c-15, 17-20

I vostri corpi sono membra di Cristo.

Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi

Fratelli, il corpo non è per l’impuritĂ , ma per il Signo­re, e il Signore è per il corpo. Dio, che ha risuscitato il Signore, risusciterĂ  anche noi con la sua potenza.
Non sapete che i vostri corpi sono membra di Cristo? Chi si unisce al Signore forma con lui un solo spirito. State lontani dall’impuritĂ ! Qualsiasi peccato l’uomo commetta, è fuori del suo corpo; ma chi si dĂ  all’impu­ritĂ , pecca contro il proprio corpo.
Non sapete che il vostro corpo è tempio dello Spirito Santo, che è in voi? Lo avete ricevuto da Dio e voi non appartenete a voi stessi. Infatti siete stati comprati a caro prezzo: glorificate dunque Dio nel vostro corpo!

 

Canto al Vangelo  Gv 1,41.17b

Alleluia, alleluia.

«Abbiamo trovato il Messia»:
la grazia e la veritĂ  vennero per mezzo di lui.

Alleluia.

 

   

Vangelo  Gv 1,35-42

Videro dove dimorava e rimasero con lui.

Dal vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, Giovanni stava con due dei suoi discepoli e, fissando lo sguardo su GesĂą che passava, disse: «Ecco l’agnello di Dio!». E i suoi due discepoli, sentendolo parlare così, seguirono GesĂą.
GesĂą allora si voltò e, osservando che essi lo seguivano, disse loro: «Che cosa cercate?». Gli risposero: «Rabbi – che, tradotto, significa maestro -, dove dimori?». Disse loro: «Venite e vedrete». Andarono dunque e videro dove egli dimorava e quel giorno rimasero con lui: erano circa le quattro del pomeriggio.
Uno dei due che avevano udito le parole di Giovanni e lo avevano seguito, era Andrea, fratello di Simon Pietro. Egli incontrò per primo suo fratello Simone e gli disse: «Abbiamo trovato il Messia» – che si traduce Cristo – e lo condusse da GesĂą. Fissando lo sguardo su di lui, GesĂą disse: «Tu sei Simone, il figlio di Giovanni; sarai chiamato Cefa», che significa Pietro.