Messa quotidiana

Santa Messa 14-12-22

SAN GIOVANNI DELLA CROCE
sacerdote e dottore della Chiesa (1542-1591)  

Giovanni de Yepez, nato a Fontiveros presso Avila (Spagna) entrò ventenne nel Carmelo nel 1563, in un’epoca in cui la vita regolare dell’ordine era molto rilassata. Sotto l’ispirazione della concittadina santa Teresa tentò di ricondurlo alla primitiva osservanza. Il lavoro di riforma gli costò l’espulsione dal convento. Finì anche in prigione dove scrisse alcune delle più belle liriche di tutti i tempi. Serio e austero, era sovente oggetto degli scherzi della gioviale Teresa, che lo stimava enormemente. Le sofferenze che subì gli insegnarono a scoprire il mistero della croce e ad avanzare sulla strada della più alta contemplazione e della vita mistica. Di questa descrisse le tappe nelle opere di teologia spirituale che la Chiesa addita come sicura dottrina a tutti i suoi fedeli: Salita a! monte Carmelo, Notte oscura dell’anima, Cantico spirituale, Fiamma viva di amore. Egli vede l’essenza della Chiesa nella sua unione vitale con Cristo, pienamente integrata con l’esistenza umana concreta. Cristo è «presente e operoso» sempre nella Chiesa.

La conoscenza del mistero nascosto in Cristo GesĂą

Dal «Cantico spirituale» di san Giovanni della Croce, sacerdote.
Per quanto siano molti i misteri e le meraviglie scoperte dai santi dottori e intese dalle anime Sante nel presente stato di vita, tuttavia ne è rimasta da dire e da capire la maggior parte e quindi c’è ancora molto da approfondire in Cristo.
Egli infatti è come una miniera ricca di immense vene di tesori, dei quali, per quanto si vada a fondo, non si trova la fine; anzi in ciascuna cavità si scoprono nuovi filoni di ricchezze.
Perciò san Paolo dice di lui: «In Cristo si trovano nascosti tutti i tesori della sapienza e della scienza» (Col 2,3) nei quali l’anima non può penetrare, se prima non passa per le strettezze della sofferenza interna ed esterna. Infatti a quel poco che è possibile sapere in questa vita dei misteri di Cristo, non si può giungere senza aver sofferto molto, aver ricevuto da Dio numerose gra­zie intellettuali e sensibili e senza aver fatto precedere un lungo esercizio spirituale, poiché tutte queste grazie sono più imperfette della sapienza dei misteri di Cristo, per la quale servono di semplice disposizione.
Oh, se l’anima riuscisse a capire che non si può giungere nel folto delle ricchezze e della sapienza di Dio, se non entrando dove piĂą numerose sono le sofferenze di ogni genere, riponendovi la sua consolazione e il suo desiderio!
Come chi desidera veramente la sapienza divina, in primo luogo brama di entrare veramente nello spessore della croce!
Per questo san Paolo ammoniva i discepoli di Efeso che non venissero meno nelle tribolazioni, ma stessero forti e radicati e fondati nella caritĂ , e così potessero comprendere con tutti i santi quale sia l’ampiezza, la lunghezza, l’altezza e la profonditĂ  e conoscere l’amore di Cristo che sorpassa ogni conoscenza, per essere ricolmi di tutta la pienezza di Dio (cfr. Ef 3, 17-19). Per accedere alle ricchezze della sapienza divina la porta è la croce. Si tratta di una porta stretta nella quale pochi desiderano entrare, mentre sono molti coloro che amano i diletti a cui si giunge per suo mezzo.

LITURGIA DELLA PAROLA

Prima Lettura  Is 45, 6-8. 18. 21-25
Stillate, cieli, dall’alto.

Dal libro del profeta Isaìa
«Io sono il Signore, non ce n’è altri.
Io formo la luce e creo le tenebre,
faccio il bene e provoco la sciagura;
io, il Signore, compio tutto questo.
Stillate, cieli, dall’alto
e le nubi facciano piovere la giustizia;
si apra la terra e produca la salvezza
e germogli insieme la giustizia.
Io, il Signore, ho creato tutto questo».
Poiché così dice il Signore,
che ha creato i cieli,
egli, il Dio che ha plasmato
e fatto la terra e l’ha resa stabile,
non l’ha creata vuota,
ma l’ha plasmata perché fosse abitata:
«Io sono il Signore, non ce n’è altri.
Non sono forse io, il Signore?
Fuori di me non c’è altro dio;
un dio giusto e salvatore
non c’è all’infuori di me.
Volgetevi a me e sarete salvi,
voi tutti confini della terra,
perché io sono Dio, non ce n’è altri.
Lo giuro su me stesso,
dalla mia bocca esce la giustizia,
una parola che non torna indietro:
davanti a me si piegherĂ  ogni ginocchio,
per me giurerà ogni lingua».
Si dirà: «Solo nel Signore
si trovano giustizia e potenza!».
Verso di lui verranno, coperti di vergogna,
quanti ardevano d’ira contro di lui.
Dal Signore otterrĂ  giustizia e gloria
tutta la stirpe d’Israele.

Salmo Responsoriale  Dal Salmo 84
Stillate cieli dall’alto e le nubi facciano piovere il giusto.


Ascolterò che cosa dice Dio, il Signore:
egli annuncia la pace.
Sì, la sua salvezza è vicina a chi lo teme,
perché la sua gloria abiti la nostra terra.

Amore e verità s’incontreranno,
giustizia e pace si baceranno.
VeritĂ  germoglierĂ  dalla terra
e giustizia si affaccerĂ  dal cielo.

Certo, il Signore donerĂ  il suo bene
e la nostra terra darĂ  il suo frutto;
giustizia camminerĂ  davanti a lui:
i suoi passi tracceranno il cammino.

Canto al Vangelo   Is 40, 9
Alleluia, alleluia.

Alza la tua voce con forza,
tu che annunci liete notizie;
ecco, il Signore Dio viene con potenza.
Alleluia.

Vangelo   Lc 7, 19-23
Riferite a Giovanni ciò che avete visto e udito.

Dal vangelo secondo Luca
In quel tempo, Giovanni chiamati due dei suoi discepoli li mandò a dire al Signore: «Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?».
Venuti da lui, quegli uomini dissero: «Giovanni il Battista ci ha mandati da te per domandarti: “Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?”».
In quello stesso momento Gesù guarì molti da malattie, da infermità, da spiriti cattivi e donò la vista a molti ciechi. Poi diede loro questa risposta: «Andate e riferite a Giovanni ciò che avete visto e udito: i ciechi riacquistano la vista, gli zoppi camminano, i lebbrosi sono purificati, i sordi odono, i morti risuscitano, ai poveri è annunciata la buona notizia. E beato è colui che non trova in me motivo di scandalo!».