Messa quotidiana

Santa Messa 15-2-22

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E’ un uomo di cuore, dotato di una sensibilità delicata e di un gusto profondo dell’amicizia. Sente una profonda inclinazione verso il calore della famiglia e “un’avversione orribile” per la vita religiosa. E sceglie quest’ultima, non sappiamo bene perché. Claudio, terzo figlio di un notaio, ha una posizione economicamente solida e un avvenire sicuro. Brillante negli studi, entra a 17 anni nel Noviziato di Avignone della Compagnia di Gesù, dove termina il corso di Filosofia e poi, per cinque anni, è professore. A 25 anni lo mandano a Parigi, per studiare teologia nel celebre collegio di Clermont. All’impegno nello studio i superiori gli aggiungono l’incarico di precettore dei figli di Colbert, ministro delle finanze del re di Francia, e questo è un chiaro riconoscimento delle sue doti di prudenza, finezza e del profondo gusto dell’amicizia che lo contraddistingue. Sacerdote a 28 anni, gli affidano a Lione l’incarico di professore e predicatore, che esercita per cinque anni. A sorpresa, nel 1675, Padre Claudio viene destinato come Superiore della comunità dei Gesuiti di Paray-le-Monyal, decisamente sproporzionata, per dimensioni, importanza e dislocazione geografica, alla fama che si è venuta acquistando ed alle doti che tutti gli riconoscono. E se non c’è una spiegazione “logica” a questa improvvisa e inadeguata nomina, non c’è che da rallegrarsi, con il senno del poi, con i suoi superiori per quello che egli da quel momento diventerà. A Paray-le-Monyal una suora, che per ceto sociale e cultura è inferiore a tutte le altre consorelle, sta mettendo a subbuglio il monastero delle suore Visitandine in cui vive, con le sue stranezze e le sue visioni. E mentre sacerdoti prudenti e illuminati giudicano opera diabolica i suoi doni mistici, lei continua a sentirsi portatrice di un messaggio affidatole da Gesù stesso, che le chiede di diffondere nel mondo la devozione al Suo Cuore. In mezzo alle incomprensioni che sta sopportando soprattutto da parte del clero, Gesù promette a Suor Margherita Maria Alacoque (che la Chiesa proclamerà poi santa) di mandarle “un suo servo fedele e perfetto amico”, che l’avrebbe sostenuta e incoraggiata. Suor Margherita Maria, durante la prima predica di Padre Claudio nella chiesa del monastero, sente che è sicuramente lui il sacerdote promessole da Gesù. Ed infatti, nei pochi mesi di permanenza, Padre Claudio diventa il primo apostolo della devozione al Sacro Cuore, accettando con docilità ed entusiasmo il ruolo che il Cielo gli ha assegnato. Un anno dopo è mandato a Londra, come predicatore della duchessa di York, e l’ambiente protestante che lo circonda rende estremamente amaro il suo soggiorno inglese. Addirittura lo arrestano, con l’accusa calunniosa di “complotto papista”, e dopo tre settimane di carcere, viene espluso dall’Inghilterra. L’amarezza del carcere, insieme ai maltrattamenti subiti, incidono sulla sua salute, già provata da gravi disturbi polmonari. Dopo un periodo trascorso a Lione, i superiori, confidando nel clima migliore, lo fanno tornare a Paray-le-Monial, dove muore il 15 febbraio 1682 ad appena 41 anni. Nel 1994 Papa Giovanni Paolo II° proclama santo il Padre Claudio La Colombière, “maestro di illuminata spiritualità”, che Dio stesso aveva scelto per far conoscere “le imperscrutabili ricchezze” del Cuore di Cristo.

Autore: Gianpiero Pettiti


SAN CLAUDIO DE LE COLOMBIERS

I suoi vogliono mandarlo in convento, ma lui non ne vuole sapere: “Ne avevo un’orribile avversione”. Superata la crisi dirĂ : “Chi si mette al servizio di Dio va sempre incontro a gravi pene”. Ma presto il ragazzo (figlio di un notaio) si fa stimare dai gesuiti del noviziato di Lione: “Ha prudenza superiore all’etĂ , giudizio solido, sana pietĂ ”. Negli studi passa da Lione ad Avignone e poi a Parigi (1666). Tre anni dopo è sacerdote e ritorna a Lione. Nel 1675 emette i voti solenni nella Compagnia di GesĂą e dirige la piccola comunitĂ  dell’Ordine a Paray-le-Monial (SaĂ´ne-et-Loire).
Ha pure l’incarico di confessore alla Visitazione, un tranquillo monastero diventato quasi una polveriera da quando è arrivata una consorella di 28 anni, bloccata a letto dai dolori reumatici: Margherita Maria Alacoque, malata, ma di spirito vivacissimo, con forte influenza su chiunque l’avvicini. Parla appassionatamente delle sue visioni e rivelazioni, dividendo clero e fedeli. Stimola il culto per il Sacro Cuore, che risale al Sei-Settecento: si tratta dell’adorazione alla persona di Cristo anche nella sua umanità, e al suo amore infinito, che da sempre ha per simbolo il cuore. Ma in Francia il clima religioso è infiammato dallo scontro con Roma per le dottrine giansenistiche, e i devoti del Sacro Cuore vengono irrisi come idolatri da chi non accoglie i fondamenti dottrinali del culto. D’altra parte, certi ambienti devoti alimentano di fatto le accuse con eccessi di parole e gesti che non esprimono una fede illuminata.
A Paray-le-Monial egli è anche preziosa guida per tanti cattolici disorientati dai contrasti, ma nel 1674 viene mandato a Londra come cappellano di Maria Beatrice d’Este, moglie di Giacomo II, duca di York e futuro re. All’epoca la Chiesa cattolica è fuori legge in Inghilterra: lui deve solo celebrare in una piccola cappella, e farsi vedere poco. Obbediente, vive ritirato, non fa visite. Ma c’è chi visita lui: cattolici inglesi che vogliono ascoltarlo, suore clandestine, preti spretati che vogliono tornare… Riesce perfino a mandare missionari cattolici in America, allora colonia inglese. Ma a 18 mesi dall’arrivo è arrestato con molti altri, accusati di voler restaurare la Chiesa di Roma nel regno. Lui non va in carcere perchĂ© protetto dal re di Francia, ma viene espulso. Tornato in patria, nel 1681 è di nuovo a Paray-le-Monial, molto malato. Suo fratello lo vorrebbe con sĂ© nell’aria salubre del Delfinato. Ma lui non si muove, perchĂ© ha ricevuto un biglietto di Margherita Maria, che dice: “Il Signore mi ha detto che vuole il sacrificio della vostra vita qui”. Tre giorni dopo, padre Claudio muore lì, a Paray-le-Monial. E il suo corpo vi sarĂ  custodito dai gesuiti nella loro cappella. Pio XI lo proclamerĂ  beato nel 1929 e Giovanni Paolo II santo il 31 maggio 1992.


Autore: 
Domenico Agasso

LITURGIA DELLA PAROLA


Prima Lettura
  Gc 1, 12-18

Dio non tenta nessuno.

Dalla lettera di san Giacomo apostolo
Beato l’uomo che resiste alla tentazione perché, dopo averla superata, riceverà la corona della vita, che il Signore ha promesso a quelli che lo amano.
Nessuno, quando è tentato, dica: «Sono tentato da Dio»; perché Dio non può essere tentato al male ed egli non tenta nessuno. Ciascuno piuttosto è tentato dalle proprie passioni, che lo attraggono e lo seducono; poi le passioni concepiscono e generano il peccato, e il peccato, una volta commesso, produce la morte.
Non ingannatevi, fratelli miei carissimi; ogni buon regalo e ogni dono perfetto vengono dall’alto e discendono dal Padre, creatore della luce: presso di lui non c’è variazione né ombra di cambiamento. Per sua volontà egli ci ha generati per mezzo della parola di verità, per essere una primizia delle sue creature.

Salmo Responsoriale
   Dal Salmo 93
Beato l’uomo a cui insegni la tua legge, Signore.


Beato l’uomo che tu castighi, Signore,
e a cui insegni la tua legge,
per dargli riposo nei giorni di sventura.

Poiché il Signore non respinge il suo popolo
e non abbandona la sua ereditĂ ,
il giudizio ritornerĂ  a essere giusto
e lo seguiranno tutti i retti di cuore.

Quando dicevo: «Il mio piede vacilla»,
la tua fedeltĂ , Signore, mi ha sostenuto.
Nel mio intimo, fra molte preoccupazioni,
il tuo conforto mi ha allietato.  

Canto al Vangelo  Gv 14, 23 
Alleluia, alleluia.

Se uno mi ama, osserverĂ  la mia parola, dice il Signore,
e il Padre mio lo amerĂ  e noi verremo a lui.
Alleluia.

Vangelo   Mc 8, 14-21
Guardatevi dal lievito dei farisei e dal lievito di Erode. 

Dal vangelo secondo Marco
In quel tempo, i discepoli avevano dimenticato di prendere dei pani e non avevano con sé sulla barca che un solo pane. Allora Gesù li ammoniva dicendo: «Fate attenzione, guardatevi dal lievito dei farisei e dal lievito di Erode!». Ma quelli discutevano fra loro perché non avevano pane.
Si accorse di questo e disse loro: «Perché discutete che non avete pane? Non capite ancora e non comprendete? Avete il cuore indurito? Avete occhi e non vedete, avete orecchi e non udite? E non vi ricordate, quando ho spezzato i cinque pani per i cinquemila, quante ceste colme di pezzi avete portato via?». Gli dissero: «Dodici». «E quando ho spezzato i sette pani per i quattromila, quante sporte piene di pezzi avete portato via?». Gli dissero: «Sette». E disse loro: «Non comprendete ancora?».