Messa quotidiana

Santa Messa 19-5-22

San Crispino: la santità nella letizia
Tratto dall’Omelia in occasione della Canonizzazione di San Crispino
di Giovanni Paolo II

… Ed ora vogliamo riflettere in modo particolare sul messaggio di santità di fra’ Crispino da Viterbo.
Era il periodo dell’assolutismo di Stato, di lotte politiche, di nuove ideologie filosofiche, di inquietudini religiose (si pensi al Giansenismo), di progressivo allontanamento dai contenuti essenziali del Cristianesimo. L’umanità nel suo doloroso travaglio storico, alla ricerca incessante di più alti traguardi di progresso e di benessere, è ricorrentemente tentata di falsa autonomia, di rifiuto delle categorie evangeliche, per cui ha bisogno imprescindibile di santi, cioè di modelli che esprimano concretamente, dal vivo, la realtà della Trascendenza, il valore della Rivelazione e della Redenzione operata da Cristo. Questa appunto, nell’autosufficiente secolo dei lumi, in cui egli visse, fu la missione di san Crispino da Viterbo, umile frate cappuccino, cuoco, infermiere, ortolano, e poi per quasi quarant’anni questuante in Orvieto, a servizio del suo convento. Ancora una volta, per misericordia divina, le parole profetiche di Gesù trovarono in quest’umile santo realizzazione eloquente: “Ti benedico, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascoste queste cose ai sapienti ed agli intelligenti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così è piaciuto a te” (Mt 11,25-26). Dio compie meraviglie mediante l’opera degli umili, degli incolti e dei poveri, perché si riconosca che ogni incremento salvifico, anche terreno, corrisponde ad un disegno del suo amore.
Il primo aspetto di santità che desidero rilevare in san Crispino è quello della letizia. La sua affabilità era nota a tutti gli Orvietani ed a quanti lo avvicinavano e la pace di Dio che sorpassa ogni intelligenza custodiva il suo cuore ed i suoi pensieri (cf. Fil 4,5-7).
Letizia francescana la sua, sostenuta da un carattere ricco di comunicativa ed aperto alla poesia, ma soprattutto derivante da un grande amore verso il Signore e da una fiducia invitta nella sua Provvidenza. “Chi ama Dio con purità di cuore – soleva dire – vive felice e poi contento muore”.
Un secondo atteggiamento esemplare è certamente quello della sua eroica disponibilità verso i confratelli, come pure verso i poveri ed i bisognosi di ogni categoria. A questo proposito, infatti, si deve dire che l’impegno principale di fra’ Crispino, mentre umilmente questuava i mezzi di sussistenza per la sua famiglia conventuale, fu quello di donare a tutti aiuto spirituale e materiale, divenendo espressione vivente di carità. Ha veramente dell’incredibile l’opera da lui svolta in campo religioso ed assistenziale, per la pace, la giustizia e la vera prosperità. Nessuno sfugge alla sua attenzione, alle sue premure, al suo buon cuore, ed egli va incontro a tutti attingendo alle più perspicaci risorse ed anche ad interventi, che si presentano nella cornice dello straordinario.
Altro particolare impegno della sua vita santa fu quello di svolgere una catechesi itinerante. Egli era un “laico dotto”, che coltivava con i mezzi a sua disposizione la conoscenza della Dottrina Cristiana, non tralasciando, al tempo stesso, di istruire gli altri nella stessa verità. Il tempo della questua era il tempo della evangelizzazione.
Incoraggiava alla fede ed alla pratica religiosa con un linguaggio semplice, popolarmente gustoso, fatto di massime ed aforismi. La sua saggia catechesi divenne ben presto nota ed attirò personaggi dell’ambiente ecclesiastico e civile, ansiosi di avvalersi del suo consiglio. Ecco, ad esempio, una sua illuminante e profonda sintesi della vita cristiana: “La potenza di Dio ci crea, la sapienza ci governa, la misericordia ci salva”. Le massime traboccavano dal suo cuore, sollecito di offrire col pane, che sostenta il corpo, il cibo che non perisce: la luce della fede, il coraggio della speranza, il fuoco dell’amore.
Infine, desidero sottolineare la sua tenera ed insieme vigorosa devozione a Maria santissima, che egli chiamava la “mia Signora Madre” e sotto la cui protezione condusse la sua vita di cristiano e di religioso. All’intercessione della Madre di Dio fra’ Crispino affidò suppliche ed affanni umani incontrati lungo la strada del suo questuare, e quando veniva sollecitato a pregare per gravi casi e situazioni soleva dire: “Lasciami parlare un poco con la mia Signora Madre e poi ritorna”. Risposta semplice, ma totalmente intrisa di sapienza cristiana, che dimostrava totale confidenza nella sollecitudine materna di Maria.

LITURGIA DELLA PAROLA

Prima Lettura   At 15, 7-21
Ritengo che non si debbano importunare quelli che dalle nazioni si convertono a Dio.

Dagli Atti degli Apostoli
In quei giorni, poiché era sorta una grande discussione, Pietro si alzò e disse loro: «Fratelli, voi sapete che, già da molto tempo, Dio in mezzo a voi ha scelto che per bocca mia le nazioni ascoltino la parola del Vangelo e vengano alla fede. E Dio, che conosce i cuori, ha dato testimonianza in loro favore, concedendo anche a loro lo Spirito Santo, come a noi; e non ha fatto alcuna discriminazione tra noi e loro, purificando i loro cuori con la fede. Ora dunque, perché tentate Dio, imponendo sul collo dei discepoli un giogo che né i nostri padri né noi siamo stati in grado di portare? Noi invece crediamo che per la grazia del Signore Gesù siamo salvati, così come loro».
Tutta l’assemblea tacque e stettero ad ascoltare Bàrnaba e Paolo che riferivano quali grandi segni e prodigi Dio aveva compiuto tra le nazioni per mezzo loro.
Quando essi ebbero finito di parlare, Giacomo prese la parola e disse: «Fratelli, ascoltatemi. Simone ha riferito come fin da principio Dio ha voluto scegliere dalle genti un popolo per il suo nome. Con questo si accordano le parole dei profeti, come sta scritto: “Dopo queste cose ritornerò e riedificherò la tenda di Davide, che era caduta; ne riedificherò le rovine e la rialzerò, perché cerchino il Signore anche gli altri uomini e tutte le genti sulle quali è stato invocato il mio nome, dice il Signore, che fa queste cose, note da sempre”. Per questo io ritengo che non si debbano importunare quelli che dalle nazioni si convertono a Dio, ma solo che si ordini loro di astenersi dalla contaminazione con gli idoli, dalle unioni illegittime, dagli animali soffocati e dal sangue. Fin dai tempi antichi, infatti, Mosè ha chi lo predica in ogni città, poiché viene letto ogni sabato nelle sinagoghe».

Salmo Responsoriale  Dal Salmo 95
Annunciate a tutti i popoli le meraviglie del Signore.

Cantate al Signore un canto nuovo,
cantate al Signore, uomini di tutta la terra.
Cantate al Signore, benedite il suo nome.

Annunciate di giorno in giorno la sua salvezza.
In mezzo alle genti narrate la sua gloria,
a tutti i popoli dite le sue meraviglie.

Dite tra le genti: «Il Signore regna!».
È stabile il mondo, non potrà vacillare!
Egli giudica i popoli con rettitudine.

Canto al Vangelo  Gv 10,27
Alleluia, alleluia.
Le mie pecore ascoltano la mia voce, dice il Signore,
e io le conosco ed esse mi seguono.
Alleluia.

Vangelo Gv 15, 9-11
Rimanete nel mio amore, affinché la vostra gioia sia piena.

Dal vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli:
«Come il Padre ha amato me, anche io ho amato voi. Rimanete nel mio amore.
Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo amore.
Vi ho detto queste cose perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena».