Messa quotidiana

Santa Messa 23-2-22

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SAN POLICARPO

E’ stato istruito nella fede da “molti che avevano visto il Signore”, e “fu dagli Apostoli stessi posto vescovo per l’Asia nella Chiesa di Smirne”. Così scrive di lui Ireneo, suo discepolo e vescovo di Lione in Gallia. Policarpo, nato da una famiglia benestante di Smirne, viene messo a capo dei cristiani del luogo verso l’anno 100. Nel 107 è testimone di un evento straordinario: il passaggio per Smirne di Ignazio, vescovo di Antiochia, che va sotto scorta a Roma dove subirĂ  il martirio, decretato in una persecuzione locale. Policarpo lo ospita durante la sosta, e piĂą tardi Ignazio gli scrive una lettera che tutte le generazioni cristiane conosceranno, lodandolo come buon pastore e combattente per la causa di Cristo.
Nel 154 Policarpo dall’Asia Minore va a Roma in tutta tranquillità, per discutere con papa Aniceto (di origine probabilmente siriana) sulla data della Pasqua. E da Lione un altro figlio dell’Asia Minore, Ireneo, li esorta a non rompere la pace fra i cristiani su questo problema. Roma celebra la Pasqua sempre di domenica, e gli orientali sempre il 14 del mese ebraico di Nisan, in qualunque giorno della settimana cada. Aniceto e Policarpo non riescono a mettersi d’accordo, ma trattano e si separano in amicizia.
Periodi di piena tranquillitĂ  per i cristiani sono a volte interrotti da persecuzioni anticristiane, per lo piĂą di carattere locale. Come quella che appunto scoppia a Smirne, dopo il ritorno di Policarpo da Roma, regnando l’imperatore Antonino Pio. Undici cristiani sono giĂ  stati uccisi nello stadio quando un gruppo di facinorosi vi porta anche il vecchio vescovo (ha 86 anni), perchĂ© il governatore romano Quadrato lo condanni. Quadrato vuole invece risparmiarlo e gli chiede di dichiararsi non cristiano, fingendo di non conoscerlo. Ma Policarpo gli risponde tranquillo: “Tu fingi di ignorare chi io sia. Ebbene, ascolta francamente: io sono cristiano”. Rifiuta poi di difendersi di fronte alla folla, e si arrampica da solo sulla catasta pronta per il rogo. Non vuole che lo leghino. VerrĂ  poi ucciso con la spada. E’ il 23 febbraio 155, verso le due del pomeriggio. Lo sappiamo dal Martyrium Polycarpi, scritto da un testimone oculare in quello stesso anno. E’ la prima opera cristiana dedicata unicamente al racconto del supplizio di un martire. E anzi è la prima a chiamare “martire” (testimone) chi muore per la fede.
Tra le lettere di Policarpo alle comunitĂ  cristiane vicine alla sua, si conserverĂ  quella indirizzata ai Filippesi, in cui il vescovo ricorda la Passione di Cristo: “Egli sofferse per noi, affinchĂ© noi vivessimo in Lui. Dobbiamo quindi imitare la sua pazienza… Egli ci ha lasciato un modello nella sua persona”. Policarpo quella pazienza l’ha imitata. Ed ha accolto e realizzato pure l’esortazione di Ignazio, che nella sua lettera prima del martirio gli scriveva: “Sta’ saldo come incudine sotto i colpi”.


Autore: 
Domenico Agasso

LITURGIA DELLA PAROLA

Prima Lettura   Gc 4, 13-17
Che è mai la vostra vita?

Dalla lettera di san Giacomo apostolo
Eccomi ora a voi, che dite: «Oggi o domani andremo nella tal città e vi passeremo un anno e faremo affari e guadagni» , mentre non sapete cosa sarà domani!
Ma che è mai la vostra vita? Siete come vapore che appare per un istante e poi scompare.
Dovreste dire invece: Se il Signore vorrà, vivremo e faremo questo o quello. Ora invece vi vantate nella vostra arroganza; ogni vanto di questo genere è iniquo.
Chi dunque sa fare il bene e non lo compie, commette peccato.

Salmo Responsoriale   Dal Salmo 48 
Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli.

Ascoltate, popoli tutti,
porgete orecchio abitanti del mondo,
voi nobili e gente del popolo,
ricchi e poveri insieme.

Perché temere nei giorni tristi,
quando mi circonda la malizia dei perversi?
Essi confidano nella loro forza,
si vantano della loro grande ricchezza.

Nessuno può riscattare se stesso,
o dare a Dio il suo prezzo.
Per quanto si paghi il riscatto di una vita,
non potrĂ  mai bastare per vivere senza fine,
e non vedere la tomba.

L’uomo vedrĂ  morire i sapienti;
lo stolto e l’insensato periranno insieme
e lasceranno ad altri le loro ricchezze. 

Canto al Vangelo   Gv 14,6
Alleluia, alleluia.

Io sono la via, la veritĂ  e la vita, dice il Signore;
nessuno viene al Padre se non per mezzo di me.
Alleluia.
 

Vangelo   Mc 9, 38-40
Chi non è contro di noi è per noi.

Dal vangelo secondo Marco
In quel tempo, Giovanni disse a GesĂą: «Maestro, abbiamo visto uno che scacciava i demòni nel tuo nome e glielo abbiamo vietato, perchĂ© non era dei nostri».  Ma GesĂą disse: «Non glielo proibite, perchĂ© non c’è nessuno che faccia un miracolo nel mio nome e subito dopo possa parlare male di me. Chi non è contro di noi è per noi.