Poesie

Con quale autorità

Espulse i mercanti
dal tempio di Dio.
“È casa di mio Padre,
non spelonca di ladri”.
È amore per suo Padre.
È zelo del suo onore.
È voce di un figlio.
È forza di un soldato.
A colpi di sferzate
sgombrò il sacro luogo.
La gente lo comprese
e uno ad uno uscì.
Gesù soffriva tanto
per quei profanatori,
e per l’insensatezza
di chi lo permetteva.
E furon proprio questi
a protestar con Lui.
Non era un sacerdote
e neppure un levita.
Non era Lui ch’offriva
incenso nel vestibolo,
e né sacrificava
le vittime al Signore.
Un personaggio estraneo
apparso sulla scena,
senza saper da dove,
oppure chi lo manda.
Offesi dal suo gesto,
con ira s’avvicinano,
e insieme gli domandano:
“Con quale autorità?”.
Gesù con tutta calma
non dà lezione biblica,
né distinzion di rango.
Ha il volto di Mosè.
Parlò con gran vigore.
Lanciò la profezia:
“Radete questo tempio,
lo rifarò in tre giorni”.
L’evangelista dice:
parlava del suo corpo,
che per onnipotenza
dal sepolcro uscirà.
Ma quelli non capiscono
e con maggior livore
gli voltano le spalle,
giurando la vendetta.
P. G. Alimonti OFM cap, “L’altro consolatore”, L’amico di Lazzaro, pp 145-146