Poesie

In carne e ossa

In carne e ossa (cfr Lc 24, 39)

Sono sorpresi e ancora timorosi.
Dubbio e paura, come virus malefici,
circolano nel loro sangue.
La tacita impressione di tutti loro
è che non si tratti di Gesù
redivivo e realmente presente,
ma piuttosto di un fantasma.
Anziché consolarli la grandezza del mistero
li spaventa una misteriosa presenza.
Che può essere se non un fantasma?
Chi non crede in Cristo
non si pone il problema
della sua Risurrezione,
ma voi che siete stati istruiti da Lui
su ciò che è accaduto
e su ciò che deve ancora accadere!…
Gesù non rimprovera.
Fa tutto lui: domande e risposte.
Ma niente! La loro mente è chiusa!
Occorre una dimostrazione di fatto.
Una prova terra terra.
Datemi qualcosa da mangiare!
“Una porzione di pesce arrostito.
Egli lo prese e lo mangiò
davanti a loro” (Lc 24, 42-43).
Continuò a ricordare le cose scritte
a suo riguardo nella legge, nei profeti, nei salmi.
Tutta verità!
Gesù, a questi tuoi discepoli
non basta l’annunzio della pace
e la lezione di un giorno.
Hanno bisogno che tu rimanga,
come nel deserto, quaranta giorni.
Hanno bisogno di sentirti parlare,
di vederti camminare e mangiare con loro.
Poi saranno capaci
di crederti e parlare di te
anche senza vederti.
Il deserto sarà finito
quando tu sarai vivo dentro di loro.
Uomini nuovi, risorti con te!
Non possono essere uomini
che annunziano un fantasma,
ma discepoli vivi
che annunziano un Salvatore vivo.
P. G. Alimonti OFM cap, Colori del Vespro, vol 2, pp 160-161