M’aspettavi
Dio è luce nel bene, è soccorso nella debolezza, è perdono nella colpa. È ragione delta nostra vita. “Di te ha sete l’anima mia” (Sal. 63,2), canta il salmista. Più forte si fa la sete di Dio quando la colpa devasta l’anima. Si cerca il ministro di Dio pieno di amore per inginocchiarsi e avere il perdono che disseta e fa risorgere.
1. M’aspettavi, al pozzo di Giacobbe m’aspettavi
per dissetar l’arsura del mio spirito.
Di carità, tu Padre, sei sì pieno
che sembra possa vivere il tuo cuore
per quell’aperta, mistica cascata.
R.: E io sono come Lazzaro risorto.
Tu stesso dalle bende m’hai disciolto.
M’hai procurato pane per sfamarmi,
del tuo fragrante affetto m’hai nutrito
* che doni in abbondanza ai figli tuoi. (* 2v)
2. I nostri passi, i nostri passi Tu dirigi, o Dio,
a patto che seguiamo la tua via.
Hai somma cura Tu dei figli tuoi.
Sei pronto al primo grido di richiamo.
La voce del pentito ti commuove. R
3. E ha sete, il peccatore ha sete della gioia
fuggita via nell’ora della colpa,
come acqua che dal mar si fa vapore
e che, lasciando sale in fondo ad esso,
ne causa doppiamente la rovina. R
4. E cerca e cerca sulla terra due ginocchia
su cui sfogare il pianto del dolore;
e cerca due pupille fatte amore
nel nome tuo, per dar da bere al cuore,
che adesso ha sete solo di quell’acqua. R