Poesie

Non chiudere la porta

Correvano a te.
Un altro non ce n’è.
Le pene tu lenivi,
dai mali li guarivi.

Sapevan che li amavi.
Tu stesso a loro andavi.
Chiamavan da lontano;
li toccavi con la mano.

Ed anche nella notte
venivano a frotte
da stampelle sorretti
o giacenti sui letti.

Furente la protesta
se il giorno era festa!
Lo scriba e il fariseo
dicevan che sei reo.

Tornato tu al Cielo
qua con lo stesso zelo,
si recan due a due
le pecorelle tue.

“Andate e predicate,
guarite e liberate”.
E fino al tuo ritorno
sarĂ  fatto ogni giorno.

Li chiami sempre tu;
li aspetti sempre tu.
GesĂą non ti stancare
d’attendere e chiamare.

Guarisci chi è muto,
dĂ  pure il tuo aiuto
a quello che è zoppo
o fa aspettare troppo.

Tu non avere fretta,
ma con pazienza aspetta.
Tu dona in caritĂ 
l’eterna tua pietà.

La tua eletta schiera
sostenga la preghiera,
e quei che son fuggiti
ritornino pentiti.

C’è gioia nel tuo cuore
se tornano all’amore
e in loro abbonderĂ 
la tua felicitĂ .

Non chiudere la porta
finchè Pietro riporta
l’ultimo risanato
dal sangue, che hai versato.

P. G. Alimonti OFM cap, “L’altro consolatore”, La rivoluzione, pp 233-234