Testimone

Siate pronti

Nel libro “Tra i misteri della scienza e le luci della fede” (1933) il Dottor Giorgio Festa riporta un illuminante pensiero di Padre Pio sui peccati accusati.
Il Padre rivela la sua dottrina sulla misericordia di Dio che passa attraverso l’efficacia del Sacramento della Penitenza. Una volta riconciliata l’anima con Dio, la pace è fatta.
La grazia restaura i danni della colpa e colma i vuoti. Il debito è saldato per i meriti della passione del Redentore. Solo una pietà distorta può far vedere come ancora in atto le macerie rimosse dalla clemenza di Dio.
Alla scuola di un Direttore Spirituale, come Padre Pio, Giorgio Festa ha imparato questa consolante veritĂ  filtrata dalle parole chiare ed essenziali di Padre Pio.
Festa scrive: “Col pensiero e nella confessione non si deve tornare sulle colpe accusate nelle confessioni precedenti. Per la nostra contrizione Gesù le ha perdonate al tribunale di penitenza. Là Egli si è trovato dinanzi a noi e alle nostre miserie, come un creditore di fronte a un debitore insolvibile. Con un gesto di infinita generosità ha lacerato, ha distrutto le cambiali da noi sottoscritte peccando, e che non avremmo certo potuto pagare senza l’aiuto della sua clemenza divina. Tornare su quelle colpe, volerle riesumare soltanto per averne ancora il perdono, soltanto per il dubbio che non siano state realmente e largamente rimesse, non sarebbe forse da considerare come un atto di diffidenza verso la bontà della quale aveva dato prova lacerando Egli stesso ogni titolo del debito da noi contratto col peccare? Torni se ciò può essere motivo di pentimento alle anime nostre, torni pure il pensiero alle offese arrecate alla giustizia, alla sapienza, alla infinita misericordia di Dio, ma solo per piangere su di esse le lacrime redentrici del dolore e dell’amore”.
Sappiamo che a volte la memoria delle offese, anche perdonate, diventa grido dell’anima, che vive la pace e l’amore di Dio.
Lo stesso Padre Pio in uno slancio di umiltà esclamava: “Ma ha Dio tanta misericordia da perdonare un peccatore come me?”.
Ciò accade quando Dio, per innamorare maggiormente l’anima, la tiene per mano sopra l’abisso del nostro nulla per rafforzarne la volontà del bene e accrescerne la gratitudine verso la sua infinita bontà.
Padre Pio afferma che “nel tumultuare” delle passioni e delle avverse vicende ci sorregge la cara speranza della sua inesauribile misericordia: corriamo fidenti al tribunale di penitenza, ove Egli con ansia di padre in ogni istante ci attende e … non dubitiamo del perdono solennemente pronunciato sui nostri errori.
Poniamo su di essi, come ce l’ha posta il Signore; una pietra sepolcrale”.
Così si spiega il desiderio che Padre Pio aveva di riconciliarsi ogni giorno nel sacramento.
Sappiamo che questo desiderio, mutato in vero bisogno, lo ritroviamo nella vita di molti santi.
Nella loro anima evidentemente risuona come un grido il monito di Gesù: “Siate pronti!”.
P. G. Alimonti OFM cap, Raggi di sole, Vol. 1, pp 99-100