Poesie

Beato Egidio d’Assisi

Beato Egidio d’Assisi
– Assisi 1187 + Monteripido (Pg) 23 aprile 1262
Egidio nacque da famiglia contadina.
 
Giovane, forte, mite, rimase colpito dalla scelta del giovane Francesco.
Arrivò alla sua sequela dopo Bernardo e Pietro. Quando Francesco lo vide arrivare disse: – Ecco il mio cavaliere della Tavola Rotonda -. Appena furono quattro, Francesco decise
di andare per il mondo ad annunziare il Vangelo di Cristo per il
bene delle anime. Bernardo e Pietro andarono verso Bologna, Francesco con Egidio verso la Marca di Ancona.
Francesco parlava semplicemente a chiunque incontrava.
Per il resto del tempo cantava al Signore con la sua magnifica voce. Egidio esortava la gente: – Ascoltatelo, egli dice la veritĂ  -. Egidio sapeva fare tutti i lavori manuali:  zappare, tagliare la legna, mietere, vendemmiare, confezionare cesti di vimini. L’unico compenso, un po’ di cibo e qualcosa per i poveri. Dopo la morte di Francesco, Egidio cerca sempre piĂą la solitudine e la preghiera. Visse a lungo a Monteripido, nei pressi di Perugia. Ricordava con nostalgia i suoi viaggi col Padre beato da Roma a Bari, dal Gargano in Terra Santa e fino a Compostella. Ora GesĂą gli dĂ 
il dono della contemplazione. Prima a Cetona, eremo vicino Perugia e poi sempre più spesso è rapito in Dio. Sembra parlare un linguaggio tutto di Paradiso. Si nutre sempre di meno. Era il 23 aprile 1262, festa di San Giorgio, la stessa data in cui entrò nell’Ordine, quando il più idealista dei giullari di Dio si addormentò per raggiungere in Cielo il suo Beato frate Francesco.
 
Egidio tu sei terzo degli eletti.
Dopo Bernardo e Pietro ci sei tu.
Non hai la scienza del beato Pietro,
né la ricchezza avesti di Bernardo.
 
Frate Francesco esulta e va dicendo:
– A noi è giunto il terzo cavaliere -.
A quello che vi chiede l’elemosina
tu il mantello doni volentieri.
 
Qualcuno vi regala poi la stoffa
e puoi vestir così il santo abito.
Francesco disse: – Andiamo a predicare.
Se piacerĂ  a Dio, farem del bene.
 
Bernardo e Pietro, andate a Bologna;
con me verrĂ  Egidio verso Ancona -.
Per via Francesco disse: – Il pescatore
trattiene i pesci grandi e lascia i piccoli -.
 
Egidio pensa: siamo solo quattro!
Quali Francesco pensa di gettare?
Ma poi riflette e meglio può comprendere:
Francesco da profeta sta parlando.
 
Per via Francesco esorta chiunque incontra:
– Fratello, temi Dio e fa’ del bene;
è breve il tempo della nostra vita,
sarai felice se guadagni il cielo -.
 
Illetterato Egidio si contenta
di confermare i detti di Francesco.
E va Egidio fino a Compostella
a Roma, a Bari e pure in Terra Santa.
 
Quando Francesco muore, frate Egidio
è testamento vivo di Francesco.
Ognuno guarda lui per imparare
la povertà, la pace e l’umiltà.
 
Egidio zappa, prega, obbedisce
e la letizia sempre in lui risplende.
Per tutti ha perfetta caritĂ ;
per tutti è modello di pietà.
 
Di sole foglie nutrirebbe il corpo
così passar più tempo a contemplare.
A Fabriano Cristo lo illumina,
sicché la propria anima egli vede.
 
S’immerge poi lo spirito in Dio
per contemplar l’eterna Sua bellezza.
Tanta dolcezza dura molti giorni.
I frati dicon: – Frate Egidio muore -.
 
– O frate Egidio, prendi un po’ di cibo! –
– Fratelli, mangio giĂ  cibo migliore! –
Lo stesso giorno Egidio lascia il mondo
in cui entrò nell’Ordine Serafico.
 
P. G. Alimonti OFM cap, Vento impetuoso, vol 3, pp 56-57-58