Poesie

Santa Teresa di Calcutta

Beata Teresa di Calcutta
Rel. fondatrice
– Skopje (Macedonia) 26 agosto 1910
+ Calcutta 5 settembre 1997

Agnes Gonxha Bojaxiu entrò nella Congregazione delle Suore Missionarie di Nostra Signora di Loreto prendendo il nome di Suor Mary Teresa di Gesù Bambino, scelto per la sua devozione alla Santa di Lisieux.
Insegnò per molti anni alle ragazze di buona famiglia del collegio delle suore di Loreto a Calcutta.
Durante un viaggio per gli esercizi spirituali sentì nel cuore le parole di Gesù “ho sete!”.
Questo richiamo si fece sempre più chiaro. Suor Teresa lasciò il suo convento ed andò a vivere con i più poveri e derelitti della città.
Tante giovani la seguirono in questo apostolato e nel 1950 la nuova Congregazione delle Missionarie della Carità fu riconosciuta dalla Chiesa.
Dopo avere speso la sua vita per i più poveri, Madre Teresa morì all’età di ottantasette anni.
Il 19 ottobre 2003 è stata proclamata beata da papa Giovanni PaoloII.

O beata Teresa,
tu sei “Madre Teresa”.
Il mondo è più colpito
da ciò che hai dato a tutti.

Ti conterem fra i Santi
e quel che più ci attira
non è la bell’aureola,
ma le rughe del volto.

Appena posi l’occhio
sulle nostre ferite,
sentiamo la carezza,
che viene dal tuo cuore.

Chi una volta ha sentito
il timbro della voce,
conserva dentro l’anima
l’eco dell’Invisibile.

Tu sentinella viva
del lebbroso morente,
richiami l’attenzione,
ispiri la pietà.

E finalmente l’India,
e finalmente il mondo,
potranno ricordare
che c’è Dio pei lebbrosi.

Così sarebbe apparso
se fosse nato in India
il Dio fatto uomo:
“povero fra i più poveri”.

Così Frate Francesco
lo vide nella strada:
lebbroso, poverello
e con la mano tesa.

I cinquemila figli,
che vestono il tuo abito
son voce di speranza
nel nome di Gesù.

“Discarica del mondo”
chiamò qualcuno l’India.
T’ha reso funerali
di Stato per l’onore.

La Vergine Maria;
la prima missionaria,
t’ha ispirato tutto,
la vita e lo Statuto.

Nell’umile cappella
la lapide del mondo:
“Amatevi a vicenda,
come io ho amato voi”.

P. G. Alimonti OFM cap, Vento Impetuoso, vol VII, pp 178-179-180